UN CONDOMINIO MOLTO SPECIALE
Data: 27/04/2020,
Categorie:
Etero
Autore: chicco52, Fonte: RaccontiMilu
... piacere,mentre la sentivo contrarsi, afferrarmi, sbattere ed ancora gridare tutto il suo godimento.
Restai sopra di lei, baciandole quelle labbra morbide e dolcissime, e piano sentii che il mio sesso stava uscendo dal suo ventre. La sua mano cercò la mia bocca, mi accarezzò le labbra. Mi voltai verso di lei. Le sorrisi. Restammo fermi, ascoltando i nostri respiri per molti minuti.
Poi lei si alzò rapidamente e sparì in bagno,mentre io recuperavo il mio pigiama e la vestaglia indossandoli.
Attesi il suo ritorno seduto sul letto. Ero ancora stravolto da quel tremendo fuoco.
“La tua caviglia? “ le chiesi sorridendo.
“Sei un mago. Mi hai fatto passare il dolore” rispose con una risata.
La baciai sui capelli e scesi al piano terreno guadagnando l’ingresso. Lei si apprestava a fare una doccia.
Appena a casa, corsi in bagno e feci scorrere l’acqua nella vasca, prevedendo il bagno più lungo della storia. Mentre stavo per entrare in acqua, sentii il campanello suonare. Scesi velocemente dopo aver infilato la vestaglia sulla pelle nuda, ed aprii la porta.
Lei era là, con i capelli bagnati ed arruffati ed un buffo accappatoio lunghissimo, a piedi nudi.
“come ti chiami?” mi disse sorridendo.
“Gilberto. Ma tu mi chiamerai Jill come tutti gli amici. E tu?
“Serena” e mi porse una mano che sbucava a fatica dalla lunghissima manica dell’accappatoio.
Poi si voltò, e con la manica prese ad asciugarsi i capelli mentre chiudeva la porta dietro le sue ...
... spalle.
Dopo l’avventura con Serena, la casa mi sembrò più bella, luminosa, accogliente. Il bagno caldo mi rilassò e mi regalò un torpore che mi consigliò di fiondarmi a letto, per riprendere il sonno interrotto.
Al mio risveglio, un sole accecante entrava dalle finestre, e mi alzai pieno di voglia di camminare.
Preparai una veloce colazione, e per accompagnare i miei preparativi all’uscita di casa, misi un cd nello stereo. Una collezione di musica jazz che rendeva l’aria più elettrizzante.
Mi affacciai alla finestra nord, e sbirciai nella casa dei ragazzi. Tutto era immobile. Forse erano usciti per andare a lavorare.
Ad ovest i genitori erano chini su di un tavolo, e sembrava stessero contando delle cose con una particolare cura. Del ragazzo neanche l’ombra.
Nell’appartamento delle tre donne, c’era una sola ragazza visibile. Aveva un asciugamano arrotolato intorno alla testa, e pensai che avesse appena fatto la doccia.
Nell’ultimo appartamento, quello che la sera precedente era rimasto al buio, tutte le finestre erano spalancate. Da una di esse pendevano due cuscini, e vedevo nella camera due materassi di lana, gonfi e bianchi. Qualcuno vi aveva dormito.
Rimasi qualche minuto ad attendere, mentre mi allacciavo la camicia ed infilavo il maglione.
Passò e ripassò davanti alla finestra un uomo, avrei detto sulla trentina, che stava rigovernando la camera. Si fermò davanti alla finestra per ritirare i cuscini, e mi vide. Mi fece un gesto di saluto con la mano, ...