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Storia di Marisa che prima era Mario
Data: 23/04/2020, Categorie: Trans Autore: Special, Fonte: RaccontiMilu
... trasformazione e contribuire al mantenimento della casa. In più bisognava pure mangiare. Man mano che il tempo passava diventavo brava a fare sesso con i maschi che il più delle volte invece di scoparmi volevano essere scopati. Dopo circa 5 mesi ero diventata una professionista e guardandomi allo specchio non riuscivo a riconoscermi come Mario ma come una ragazza che fa la vita. Quando tornavo in paese (A Natale e a Pasqua) dovevo tagliare le unghie e raccogliere i capelli a mo di coda di cavallo. Alla richiesta di spiegazione di mia madre dicevo che in città era una moda portare i capelli lunghi in quel modo. Dopo due anni arriva il momento più triste della mia vita: la morte di mia mamma. Questo evento mi scombussola la vita. Finiti i funerali tornai in città e mi dedicai a tempo pieno a fare la prostituta Ormai i guadagni si facevano vedere. Cominciai ad avere dei clienti esclusivamente miei e abituali che mi davano la soddisfazione di essere autonoma in tutto e per tutto. Comprai vestiti sex di tutti i tipi parrucche di tutte le forme e colori e tutto ciò che serviva per essere una bella donna attraente. Un giorno succede che Lucrezia viene investita e gli rompono femore, costole, scapola e un braccio. Ricoverata al Policlinico la operano e, pertanto essendo anche lei sola tocca a me assisterla. Il primario che l’ha operata è un nostro cliente quindi diventa facile avere un permesso speciale per entrare come donna ad assistere la zia. Così di giorno vado in ospedale e la ...
... sera e notte faccio la prostituta. Neanche si fossero messi d’accordo ma in quel periodo i clienti raddoppiarono tanto che ero costretta a fare l’elenco degli appuntamenti. Dopo diversi mesi Lucrezia era tornata a casa ma la sua debolezza non gli consentiva di lavorare. Con grande difficoltà riusciva a cucinare. Ormai ero io a fare le pulizie, fare la spesa e quanto fosse necessario per avere una vita dignitosa con una convalescente in casa. Con l’aiuto di un funzionario della motorizzazione, mio cliente, sono riuscita ad avere la foto al femminile sulla patente nonostante il nome maschile. Così sono anche riuscita ad avere la foto anche sulla carta d’identità. Questo fatto mi consentiva di guidare la macchina senza avere problemi con la polizia e portare così Lucrezia ai controlli medici o a fare qualche passeggiata. Un giorno in una di queste passeggiate vado a comprare una rivista e trovo in edicola una rivista avvolta nel cellophan con un titolo particolare: Transex. Mosso dalla curiosità la comprai e tornati a casa la sfogliammo sia io che Lucrezia. Un mondo a noi sconosciuto si aprì davanti. La rivista era di pornografia ma non di donne ma di transessuali. Praticamente Lucrezia scoprì che lei era una transessuale ed io ero sulla stessa strada. Su questa rivista oltre agli articoli c’erano le inserzioni di travestiti e transessuali di tutta Italia. C’erano numeri di telefono e indirizzi di fermo-posta dove la gente poteva contattarli. Così cominciammo a contattare tante ...