1. La Settimana Bianca


    Data: 13/04/2020, Categorie: Sentimentali Autore: maxborns4u, Fonte: EroticiRacconti

    ... corpo. Li succhiai, li strizzai, li tirai e le palpai con entrambe le mani tutto il seno. Il suo respiro si fece più lungo e profondo.
    
    Continuando ad accarezarle tette e capezzoli, baciando il suo ventre scesi fino alla sua vagina. Il clitoride si ergeva duro, coronato da un piccolo ciuffetto di peluria rada bionda. Lo succhiai come avevo fatto poco prima per i capezzoli. Lei fremeva e si bagnava sempre più. Leccavo con la punta le grandi e le piccole labbra. Tutto intorno. Piano piano. Poi partendo da quella piccola zona di pelle subito prima del suo buchino posteriore, affondavo la lingua più che potevo nella sua fessura trasportando tutto il suo succo fin sotto al bottoncino turgido stuzzicandolo dall'interno e poi dall'esterno.
    
    E - "Ohh! Si! Così è meraviglioso non smettere! È troppo che non viene leccata! Continua! Non smettere che vengo... Vengo... VENGOOOO!"
    
    Un dolcissimo nettare invase la mia bocca mentre io non smettevo di leccarla. Continuava a venire. No so se ebbe più orgasmi o un solo lunghissimo piacere interminabile.
    
    E -" scopami! Scopami! Voglio sentirti dentro!" urlò!
    
    Appoggiai la cappella sulla sua figa, facendola scorrere su e giù un paio di volte. Poi la penetrai con un solo movimento lento ma deciso. Fu come entrare nel burro caldo. Il mio membro era avvolto dal tepore dei suoi umori, scivolava senza resistenza dalla cappella alle palle. Ogni affondo lei ansimava respirando sempre più profondamente. Inarcava la schiena stringendo i bordi ...
    ... del tavolo spingendo il bacino verso me e il seno e capezzoli, eretti, verso il soffitto.
    
    La sollevai di peso portandola al bordo del tavolo. Feci passare le mie braccia sotto le sue gambe e la abbracciai dietro la schiena stringendola a me.
    
    Con le gambe così divaricate ogni mia spinta si sentiva toccare l'utero. Sgranava gli occhi e sospirava più frequentemente. Aumentai il ritmo. Gocciolava e mi stringeva forte. I miei colpi erano così decisi che spostavo il tavolo sempre più lontano dal camino. Sentivo che stava per venire. Continuai a pompare più forte che potevo.
    
    E - "vengo! Godo ancora! Non fermarti! Dai! Più forteee!"
    
    Il mio uccello affogava nelle cascate della sua figa. Ogni mia spinta era uno sciaquettio e fuoriuscita di umori. Ero eccitato e duro allo spasimo. Sapevo e sentivo che non avrei ancora resistito molto. Non smisi assolutamente di pompare staccandola dal tavolo tanto era il mio impeto.
    
    E - "godo di nuovo! Vengo ancora! Godi, godi anche te! Vieni! Vienimi dentro!"
    
    Godemmo insieme. Mentre il fiume del suo piacere continuava ad allagare il mio cazzo, io la riempivo di sperma nel più profondo del suo sesso. Spingevo e schizzavo, e più spingevo e più lei godeva e gocciolava.
    
    Avevo le gambe zuppe ed una vistosa chiazza si era formata sotto di noi.
    
    Elena mi spinse vicino al camino, s'inginocchiò davanti a me, lo afferrò e se lo infilò in bocca ancora fradicio, gocciolante e moscio. Iniziò un pompino che in pochi secondi mi fece tornare ...