L'insegnante di francese
Data: 05/04/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Khayman86, Fonte: Annunci69
... salirmi l'orgasmo.
"Ferme les yeux" - chiudo gli occhi, e con un filo di voce "Helene... Se continui... Fermati... Davvero... Davvero, se continui, vengo..."
Il massaggio si ferma. Il piedino si allontana. Una sedia che si sposta, sento che lei si alza in piedi. Il tempo di un sospiro.
Dolore. Un fortissimo dolore parte dai testicoli e mi invade il basso ventre, costringendomi a piegarmi in due, mentre riapro di scatto gli occhi, la vista annebbiata, la voce mi manca; lentamente, capisco di aver ricevuto un calcio nelle palle.
Alzo lo sguardo su Helene, la quale, mani sui fianchi, nasconde a stento un sorriso soddisfatto, che esplode in una risata.
"Eri carinissimo, hai fatto una faccia davvero buffa" con un tono quasi fanciullesco e innocente. "Non ti sei meritato una ricompensa del genere, dovrai studiare molto di più..."
Scalza, si avvicina verso di me, alza la gamba destra e poggia il piedino destro sulla mia guancia, premendomi contro il pavimento - riesco ad avvertire un leggero profumino di sudore, delicato, dovuto probabilmente alle ballerine chiuse. La pianta del piede è morbida e liscia come la seta, e nonostante l'esile stazza di Helene, mi sento schiacciare con forza contro il freddo pavimento.
Sento la mia erezione ritornare vigorosa, eccitato da quella posizione di sottomissione. Lei gioca con il suo peso, ...
... spostandolo continuamente, aumentandolo contro la mia guancia, mentre aspiro avidamente il suo profumo - il controllo viene meno, cerco di aprire la bocca e far uscire la lingua per leccarle la pianta del piede.
"No no no, Monsieur, non ti hanno insegnato l'educazione" e detto così, sale letteralmente con tutto il suo dolce peso sulla mia testa, per poi scendere dietro di me - un istante di dolore durato un'eternità.
Mi giro verso di lei, mettendomi a sedere, a fatica per via del pene durissimo nei miei jeans.
Helene si siede con eleganza, senza guardarmi si infila nuovamente le ballerine, finalmente mi sorride: "Per oggi abbiamo finito, sono le 15". Era passata mezz'ora da quando i giochi erano iniziati, anche se avrei potuto giurare che fossero contemporaneamente passati interi secoli così come pochi secondi.
Cerco di ricompormi, la raggiungo alla porta dove mi aspetta, le apro e le chiedo se ho fatto qualcosa di male o se l'ho offesa. La sua risata da ragazzina mi scuote come un terremoto.
"Offesa? C'etait amusant", mi sfiora con una mano la guancia che ha calpestato - "La prossima lezione, però, voglio che tu indossi un collare. Lo farai? Puor moi, ta chère Helene?"
"C-certo!", e così resto di gesso mentre la sua mano scivola via dal mio volto, lasciando alla porta, fissandola mentre scende le scale, sempre più lontana.