1. Il gioco


    Data: 31/03/2020, Categorie: Etero Autore: Ade-69, Fonte: Annunci69

    Un appuntamento al buio, in un bel caffè, con i tavolini in una piccola corte interna. Il cameriere lo attraversa e mi accompagna in una saletta defilata ed accogliente, dopodiché si congeda. Do uno sguardo veloce ai presenti per scorgerti, ma li escludo tutti... Tutti tranne una, intenta a leggere qualcosa sullo smartphone. Non la vedo in viso ma mi accomodo nel tavolino di fronte. Sono certo che dietro quello smartphone ci sia tu. Siamo seduti uno davanti all'altra, lei accavalla le gambe e ordina un aperitivo. Abbassi lo smartphone un istante mentre mi portano da bere e subito dopo tu ordini la stessa cosa. Io sorseggio il drink e nei pochi sguardi fugaci che ci scambiamo cerco sempre di attirare la tua attenzione, ma poi riapro il giornale trovato sul tavolino e comincio a leggerlo. Fingo di non averti vista e noto che la cosa ti infastidisce. Tamburelli con le dita sul tavolo con finta nonchalance e con l'altra mano fai svolazzare il vestito davanti a me; ma nulla, io non faccio neppure un cenno... Allora chiamI il cameriere e ti fa portare carta e penna, scrivi un biglietto e con un gesto discreto chiedi di farmelo avere. Il cameriere me lo porta assieme al drink, io lo leggo, facendo un sorriso ed un cenno con la testa. Dopo il breve cenno sparisco nuovamente dietro al giornale. La prima volta che abbasso di nuovo il giornale, con una mossa vistosa Tu ti alzi e mi chiedi dove sia il bagno, lo raggiungi e davanti allo specchio ti sistemi aspettando una mia mossa. ...
    ... Rimani lì per dieci minuti, ma niente... Evidentemente il gioco non era questo. Tuttavia, già che sei lì, ti sfili gli slip già umidi e, passandomi accanto, li fai scivolare dall'alto dentro al giornale. Torni al suo posto e per sederti sollevi un po' il vestito... La vedo con la coda dell'occhio e decido di piegare il giornale e appoggiarlo sul tavolo. Tu nella speranza di avere più attenzioni mi provochi accavallando spesso le gambe, maliziosamente lasciandomi intravvedere la pelle nuda. Con un movimento lento le divarichi leggermente, mostrandomi fin fra le cosce. Senza gli slip intravedevo ciò che volevo. Ho voglia quanto lei, lo sento, ma il gioco non è nemmeno questo. Lo capisci, così termina il suo drink ed esce in strada. Io la seguo, vetrina dopo vetrina è sempre ad un passo da me, e a ogni vetrina recitiamo la stessa scena: fingiamo che ci interessi qualcosa di quello che vediamo dentro. Ognuno per conto suo, senza neppure una parola. Poi una vetrina con qualcosa di diverso, almeno per te. Fianco a fianco, guardando quel che c'è esposto, mi rivolgo verso di lei con lo sguardo, occhi negli occhi, un cenno gentile con la mano come ad indicargli la strada.
    
    Quello che aspettava, un segnale che gli dicesse che il gioco ha inizio.
    
    Entri e una commessa ti chiede se può aiutarti. Le rispondi che dai solo un'occhiata e la ringrazi. Il negozio è piuttosto grande, cinque sono le commesse ed una dozzina i clienti. VedI che entro anche io, che liquidio gentilmente la commessa. ...
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