1. La Caduta. Atto Quarto. Della decisione di Septimo, dell’elezione di Serena Prima a Comes Imperatoris e di ciò che seguì.


    Data: 29/03/2020, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... Leggi tu stessa, affinché tu possa comprendere quanto il Fato mi ha tolto!-, disse. Per un buon cinque minuti non vi fu altro suono se non il crepitio dei bracieri. Poi la giovane alzò gli occhi. -Sono io un mostro, Serena Prima?-, chiese Septimo Nero, -Sono io il Male?-. -Sei un uomo, Imperator. Lo sei come lo furono i tuoi avi, di carne e sangue plasmati. È nell’umana natura peccare. E i monaci Zen-Shura insegnarono tempo fa che dovremmo andare oltre il dualismo insito nel peccato e nella virtù.-, rispose Serena. Appallottolò la lettera e la gettò nel braciere. La guardarono bruciare. -Aristarda non sbaglia: il mio comportamento è stato… riprovevole.-, disse piano Septimo. -Sì. Ma ormai non puoi semplicemente far finta che nulla sia accaduto. Accetta il fatto. E distruggi i nemici dell’Impero. Solo così potrai espiare il tuo peccato. Solo vincendo gli Dei ti perdoneranno. Quello, oppure vai verso la morte consapevole di non aver lasciato nulla d’intentato.-, replicò Serena. Lui sollevò lo sguardo. -Parli come una sacerdotessa.-, disse. -Mia madre. Fu cacciata dal Tempio di Anistofiane quando fu ingravidata da mio padre.-, sussurrò la giovane, -Non sei il solo ad aver peccato.-. -Come possono gli Dei perdonare?-, domandò Septimo. -Perdoneranno. Non possono fare altro.-, rispose Serena Prima. -Sei una donna sorprendente, Serena. Avrei tanto voluto averti conosciuto prima. Magari, la storia sarebbe stata diversa, ora.-, mormorò Septimo. -Ecco qualcosa che sicuramente non dici ...
    ... a tutte.-, replicò lei. Sorrise. Bevve. Sorrisero. -Ma ecco anche qualcosa che non può essere, tanto varrebbe desiderare le ali.-, disse lui. -Esatto. Alza lo sguardo verso la verità ultima.-, disse Serena. Septimo la fissò, assolutamente e totalmente catturato. Sentiva la bocca secca. Bevve dell’altro vino. La giovane si portò alla bocca della carne di agnello cotta secondo i costumi dei Cimanei. –Quale verità?-, chiese lui. -La sola e unica. I morti conoscono la morte, i vivi conoscono la vita. Per chi è morto, o ciò che è stato, nulla di ciò che è ha importanza. Così dev’essere per te. Scuotiti di dosso il passato. Tu sei l’Imperator. E trionferai perché questo è il mandato del cielo. Un regnante regna o muore. Non può essere altrimenti.-, disse Serena mentre piluccava delle verdure speziate da una scodella. Lui annuì. Si accorse che la conversazione iniziava a sfuggirgli. -La trappola che hai preparato… per Proximo…-, iniziò. -È pronta. Abbiamo considerato ogni eventualità. Finanche la più improbabile.-, disse lei. Si pulì la bocca con il tovagliolo e posò il piatto vuoto davanti a sé. -Immagino vi sia stato del dissenso.-, disse Septimo. Il servo rientrò, portò via i piatti e uscì. -Sì. Ma non temere: la mia nomina è stata un segnale chiaro. L’opposizione è stata breve.-, rispose Serena. Il servo rientrò. Portò dentro delle altre prelibatezze: falco gigante ripieno di prugnae, formaggio e olive, condimenti, piatti salati e dolci. Una miriade di cibi. -Bene. L’ultima cosa ...
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