1. La Caduta. Atto Quarto. Della decisione di Septimo, dell’elezione di Serena Prima a Comes Imperatoris e di ciò che seguì.


    Data: 29/03/2020, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... nessuno di loro avrebbe mai anche solo pensato di presentare alla mia attenzione. Solo in questo hai dimostrato ben più coraggio di tutti loro.-, continuò. Piluccò con le mani la focaccia cotta secondo i metodi antichi, portandosela alla bocca insieme a della salsa speziata che faceva da condimento.
    
    -Io sono fedele all’Impero, loro a sé stessi e alla loro comodità.-, rispose Serena. Nei suoi occhi c’era ora una luce rabbiosa. Era chiaramente insofferente agli arrivisti di cui era composta gran parte dei sostenitori di Septimo. Bevve un sorso dal calice e prese dell’altro pesce dai vassoi. Un servo portò via i piatti vuoti. Un’ancella portò altro vino in una caraffa decorata. -All’Impero?-, chiese lui, -Non all’Imperator?-. Serena sorrise, senza alcun timore. -All’Impero personificato in voi, mio signore. Il trono è vacuo orpello, scranno senza valore se privato di un capo in grado di sedervi.-, spiegò la giovane.
    
    I lineamenti di Septimo si rilassarono. Proruppe in una risata. -L’Impero è fortunato a poter beneficiare di servitori come te!-, esclamò alzando il calice. -Io mi sento fortunata a poter servire l’Impero!-, rispose lei alzando il proprio. Brindarono. Svuotarono i calici in una singola sorsata, come in uso per suggellare i brindisi e i patti. Gli occhi di Serena Prima ora brillavano di una luce diversa, lieta. -Imperator, se mi è concesso chiedere…-, iniziò lei. -Serena, ti prego di darmi del “tu”. Te ne sei guadagnata il diritto.-, la interruppe lui. -Come… ...
    ... desideri.-, riuscì a correggersi lei. Si fermò, apparentemente esitante. -Ebbene?-, chiese l’Imperator. Distolse gli occhi dalla giovane per recuperare con le posate un boccone di calamaro dalla pentola rovente in cui maceravano. -Tu hai realmente commesso ciò di cui tua sorella ti accusa?-, chiese. Septimo sospirò. Si sentì improvvisamente vecchio e stanco. Il fuoco che aveva arso nel suo petto era improvvisamente divenuto una fioca brace. -Perché me lo chiedi?-, chiese. -Mio signore. La risposta non cambierà nulla. Io servo te. E servo l’Impero. Non servo altri padroni.-, rispose Serena Prima. Posò la forchetta accanto a sé. -Dunque perché?-, chiese Septimo. -Voglio sapere. Voglio la verità. Se poi vorrai la mia vita in pagamento per tale audacia dovrai solo dirlo, Septimo, e io sarò lieta di morire per mia stessa mano. O per mano di chi riterrai opportuno. Ma esigo la verità.-, disse. Septimo sospirò. -Hai mai provato un desiderio bruciante? Una smania tanto forte, tanto intensa da annebbiare i sensi e offuscare il pensiero? Hai mai sentito un desiderio simile, o Generale?-, chiese. Serena lo fissava, immobile. Solo allora, l’Imperator si concesse di osservarne i tatuaggi. Erano particolari, forse persino non risalenti alle tradizioni di Licanes. Riprese a parlare. -Il mio desiderio era quello. E gli Dei lo sobillarono, mettendo al mio fianco non una ma due donne di ammaliante bellezza.-, si alzò dal triclino. Recuperò la lettera accartocciata. La porse a Serena. –Leggi. ...
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