I piedi di cristina
Data: 27/03/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: valchiria96, Fonte: EroticiRacconti
Mancavano pochi giorni all'esame di maturità, quei primi giorni di giugno stavano mettendo a dura prova il mio amore per l'estate. Il caldo era insostenibile rendendomi quasi impossibile concentrarmi sui libri.
Era da già da qualche settimana che trascorrevo interi pomeriggi a ripassare tutto il programma scolastico con Cristina. Spesso capitava di restare a dormire insieme per continuare a studiare fino a sera tardi.
Era un venerdì e quel giorno mi recai da lei come da programma, abitavamo piuttosto vicine quindi in una decina di minuti potevamo raggiungerci a piedi con facilità.
Poco dopo pranzo mi preparai, indossai una maglietta nera e scollata dei Mötley Crüe, dei jeans bianchi e un paio di converse nere. Uscita di casa, mi infilai nel primo bar per rimediare una paio di tè freddi alla pesca, pagai e mi avviai verso casa della mia amica.
Come di consueto, appena arrivata mettemmo su un caffè e girammo un paio di sigarette per poi trascorrere il quarto d'ora accademico in balcone.
Cristina mi aprì la porta di casa in mutande e reggiseno, era visivamente provata dal caldo, ovviamente sprovvista di condizionatore il nostro più grande alleato era un vecchio ventilatore che buttava aria calda in una sola direzione. Già stanche andammo in camera sua, ci buttammo sul letto e a turno iniziammo a ripetere come un mantra tutta la seconda guerra mondiale. Un supplizio infinito, motivo in più per avercela con i nazisti, se non fosse stato per loro ci saremmo fermati ...
... alla prima e avremmo già finito con storia. Andammo avanti per un paio d'ore e alla fine, forti della conoscenza di patti d'acciaio, guerre lampo e un neonato amore per la Siberia, ci fermammo per un po'. Altra sigaretta, altro caffè e via di nuovo sul letto con il libro di letteratura.
Erano circa le quattro del pomeriggio quando il mio limite di sopportazione giunse al limite, decisi di seguire l'esempio di Cristina e così mi tolsi jeans e calzini.
Eravamo in due su di un letto ad una piazza e mezza, io semidistesa con le spalle appoggiate alla parete e lei di fronte a me spiaggiata come una foca con un cuscino sotto la testa. Avevo il suo piede sinistro poggiato nel mio interno coscia mentre l'altro vicino al mio viso.
Tenendo il libro poggiato sul petto non potevo vedere direttamente la mia amica che ad un tratto, forse sopra pensiero, iniziò a massaggiare delicatamente la mia gamba col suo piede. Non diedi subito molto peso alla cosa, tutto sommato era piacevole e quel gesto passò più o meno inosservato. Così la lasciai fare e in effetti sembrava fosse un movimento spontaneo il suo, tanto che si fermava e riprendeva, si fermava e riprendeva.
La cosa andò avanti per un bel po' finché però Cristina non iniziò a spostarsi via via sempre più verso l'interno coscia. Nonostante la mia attenzione iniziava a rivolgersi più verso di lei che su Pirandello riuscii a mantenere la concentrazione che di lì a poco sarebbe definitivamente crollata. Continuai a credere che ...