1. Cumcontrol - 023 carne da macello


    Data: 14/03/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... si stava a spazientire.
    
    Io per carità non sapevo come fare, e d'un tratto…
    
    Ecco, sono arrivati due compagni.
    
    Menomale guarda.
    
    Capii subito che presto sarei stato scopato in massa. Il bruto avrebbe ripreso a fare il maschio, e io, Abbella proprio, sorrisi sorniona alla sorte, pregna direi di licenziosi piaceri suini.
    
    Non persi tempo. Afferrai immediatamente le mie tettine e le mostrai sudiciona standomene a cessa sdraiata sul tronco.
    
    Quelli?
    
    Quelli tolsero il bruto dal mio pistolino, e va bene, poi mi presero per la recchia, e mi fecero subito scendere dal tronco se no mazzate. Le maniere proprio.
    
    Poi fui trascinata alla tenda, dove a calci in culo fui invitato a vestirmi. Mi vestii tra calci, sputi e qualche schiaffo.
    
    Il ragazzo che sotto la tenda mi aveva tenuto stretto stretto tra le sue braccia, s’era appena svegliato. Io gli sorrisi mestamente mentre mi stavo infilando la tuta, e quello più di tutti mi tirava i calci ridendo insieme agli altri.
    
    Ripeto, ma checczz’ di maniere proprio.
    
    Io piagnucolavo. Io volevo tornare a casa. Io giurai che mai più mi sarei esposta. Avrei trascorso la mia vita serena, tranquilla, con ora del tè e amiche finocchie con cui commentare l’ultimo abitino della Bertè. Mai più cazzi. Solo bamboline di pezza da pettinare, e al massimo, sfogliare con liturgico rispetto l’ultimo numero di Grazia.
    
    Però il sole sbucava dai colli. Udii un gran frastuono di motori e di una guida da pazzi. Alzai gli occhi e vidi a breve ...
    ... distanza dei furgoni, che sollevavano sulla riva del fiume un gran polverone.
    
    C'era un casino. Si udivano delle grida pazzesche che io credevo si trattasse di una marea di balordi sborni, ma quando buttai l'occhio vidi dai furgoni aperti, dei bruti ceffi uscire che trascinavano giù dei ragazzi che picchiavano e gli urlavano.
    
    Chiesi al mio gruppo checcazzo stava succedendo, ma uno di loro mi afferrò di nuovo per una recchia e mi trascinò verso i furgoni.
    
    Feci osservare che ero perfettamente in grado di camminare nonostante la fava spampanata.
    
    Quello non capiva un cazzo della mia lingua, ma capii che dovevo stare zitta perché mi tirò du pizze sui labbroni che me li fece a zampogna.
    
    A cessa fui trascinata per la recchia, e sapeste quanto mi doleva, tanto che dovetti chiedergli del burro cacao.
    
    Io certamente pigolai un “per favore” ma lui niente, allora pigolai “pietà” ma quello non capiva, pigolai quindi un “coccodè” ma un cazzo.
    
    Finalmente giungemmo al cospetto dei furgoni e di tutti quei corpi strillanti e malmenati.
    
    Quello che vidi da vicino mi sconvolse.
    
    C'erano sloveni e ungheresi, brutti, che ti poso dire, dei ceffi. Tutti grassi, tipo bear come quelli che da noi vestono da boscaioli e si strafogano negli street food al centro commerciale tra una vetrina e l'altra, solo che questi non avevano la borzetta, nessun occhiale da sole, e nu me pare andassero ai concerti di Lady Gaga.
    
    No.
    
    Quelli erano dei maneschi individui che a ceffoni facevano ...
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