1. Cumcontrol - 023 carne da macello


    Data: 14/03/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... corregge - pensate - la sgommata cattiva per le mutandine.
    
    Mo’ quelli so francesi, je serve.
    
    Dove ero rimasto?
    
    Ah, al bruto che mi stava a piscia' nella borzetta.
    
    Terminata la scollatura della minchia, il signore si è rivolto a me. Naturalmente non vedevo na mazza, poiché la bruma era cosi tanta, e siccome non mi dispiaceva stare acquattato a pelo d'acqua perché mi stavo a rilassare, vidi l'uomo venirmi in contro tenendosi ben salda la minchia nel pugno.
    
    Si trattava di un segno inequivocabile che il bruto signore mi aveva riconosciuto come la pecorella smarrita alla quale fu data la minchia da tutti gli esimi signori della banda.
    
    Giuntomi dinnanzi, io gli ho prima guardato la minchia, poi ho alzato gli occhietti teneri sul suo volto torvo.
    
    Il mio sguardo, vai a capire, suscitò nell’uomo una qualche indulgenza. Infatti si sollevò con le punte, mi prese per le orecchie e mi inforcò la gola con la sua minchia.
    
    Ebbe cura di sfasciarmi il cavo orofaringeo che io sbroccai un poco. La minchia sapeva ancora della sera prima. E forse sapeva anche di culo. Il mio.
    
    Si udiva lo stormire degli uccelli e io trovai suggestivo quel bocchino praticato in silenzio al termine della notte. Stavo col culo nell'acqua facendomi fottere la gola e tenendomi alle sue ginocchia.
    
    Poi.. che dire… l'individuo si accorse che io, povera stellina che stava sottomessa allo stupro orale, stavo pure mezza sommersa di culo nell' acqua gelata del fiume.
    
    E allora, vuoi mosso da ...
    ... buone maniere, vuoi che non gli garbava affatto che il mio povero culetto stesse nell'acqua, mi prese come si prende una sirenetta ferita. Io feci quello a cui per l’emozione cedevan le ginocchia e ricaddi. Dovetti comunicargli molta tenerezza.
    
    Ma egli, accecato dal desiderio animale dell’amore, mi trascino via tenendomi dal cappuccio, che io mi grattugiai coi ginocchi sui ciottoli. Fui trascinato per metri.
    
    Giunti al cospetto di un tronco morto adagiato sul greto dalle piene, l'individuo, con voce gutturale e arcaica, mi comandò di soggiacere di pancia sull’albero mutilato, per essere con ogni evidenza chiavata da lui con molto comodo.
    
    Mi disposi di pancia sul tronco, sempre col giubbotto pisciato sopra, e culettino in sù e gambe nudissime.
    
    Postomi in posizione del tipo micina in calore, quello mi penetrò con due dita così, decise, torve e dirette dritte su per il culo.
    
    Accortosi però della mia larghezza slabbrata, egli non esitò di ispezionarmi la passera con altre due dita. Si badi bene che io non disponevo di lubrificante, e pertanto mi feci bastare quel liquame di sperma che ancora trattenevo in corpo.
    
    Poi ci tirò tre sputi che io rimasi perplesso, nel senso che non seppi capacitarmi su come un individuo possa avere così tanta biascia in bocca di primo mattino.
    
    Lo sputo caldo mi infuse piacere, visto che fuori sul tronco tutto era umido e avevo la pelle d’oca sulla chiappine.
    
    Poi fu la volta della cappella sozza ed entrò così, a cazzo, che io subito ...
«1234...9»