Tris di donne (storia vera)
Data: 28/02/2020,
Categorie:
Etero
Autore: ToroRm2020, Fonte: Annunci69
... sapore della sua pipì, che non era affatto sgradevole.
Una volta asciugati e rivestiti ci baciammo ancora, con passione e dolcezza.
Ci lasciammo con un ultimo bacio e la promessa di ripetere l’esperienza al più presto.
Avevo ancora oltre due ore di hotel pagate, per cui mi stesi sul letto, soddisfatto e rilassato. In quel momento arrivò un messaggio Whatsapp. Diceva semplicemente: “Ehi!”
Era Linda, una mia collega con cui, tempo prima, avevo avuto una relazione che non era finita benissimo. A letto andavamo alla grande, ma fuori dalle lenzuola le liti erano all’ordine del giorno perché il ruolo di amante le andava stretto, pur essendo a sua volta sposata.
Per mesi non ci eravamo sentiti, poi avevo tentato un riavvicinamento nel tentativo di recuperare l’amicizia che c’era stata prima che diventassimo amanti, anche se sapevo che quel genere di cose funzionava raramente.
“Ehi a te” risposi.
“Che fai?“
“Niente di che” mentii spudoratamente. “Mi rilasso un po’.”
“È tanto che non ci vediamo” riprese lei.
“Eh già.” Erano alcuni mesi che ci limitavamo a incontrarci per caso e a scambiare chiacchiere di circostanza.
“Io sono ancora al lavoro” mi informò. “Tu sei uscito?”
“Sì, ma sono ancora in zona.”
“Perché non vieni? Mi serve una mano a prendere delle risme di carta in magazzino.”
Era una richiesta in codice. Avevo perso il conto delle volte in cui avevamo fatto sesso nel magazzino della ditta, pratica piuttosto rischiosa ma proprio per ...
... questo molto eccitante.
Ci pensai un po’ su poi risposi.
“Arrivo” digitai, anche se, col senno di poi, forse avrei fatto meglio a rispondere “vengo”.
Lasciai l’hotel e tornai in ufficio.
A vent’anni Linda era stata una modella dilettante. Una volta, mentre eravamo a letto dopo aver fatto l’amore, mi aveva raccontato che, ai tempi in cui preparava il suo book, per fare alcuni scatti con il mare sullo sfondo aveva provocato il blocco del traffico sul lungomare del paese in cui all’epoca viveva.
Anche ora, a cinquant’anni, esibiva un fisico notevole, un po’ appesantito ma piacevole e ben proporzionato, imperniato su una quinta di seno naturale che, diceva, aveva sempre avuto anche quando indossava la taglia 40. Le labbra erano carnose senza bisogno di ritocchi estetici.
«Ciao» la salutai al mio arrivo, non senza un’ombra di sospetto. Conoscendola, non mi avrebbe sorpreso sapere che mi aveva chiamato davvero solo per aiutarla con le risme di carta. Sapeva essere molto stronza quando voleva.
Avevamo ripreso a sentirci, ma visti i nostri trascorsi non sapevo bene cosa aspettarmi. Indossava una camicetta di seta bianca sbottonata ad arte che metteva in evidenza il seno.
«Ciao» ricambiò, poi sorrise e aprì le porta del magazzino, facendomi segno di entrare.
Il locale era piccolo e molto stipato, con tre pareti su quattro rivestite da scaffalature metalliche ingombre di scatole di cartone, e il pavimento occupato per metà da grosse casse di legno.
«Devi ...