1. Che dessert


    Data: 20/02/2020, Categorie: Lesbo Autore: Jessika85, Fonte: Annunci69

    ... distratto.
    
    Di lui vedo le spalle, ma lei mi è proprio di fronte. Capisco subito di non averla mai vista qui: nonostante la scarsa illuminazione e l’assenza di attenzione, si imparano a riconoscere gesti e profili e ci si memorizza vicendevolmente.
    
    Lei è bella in modo imbarazzante: è minuta nelle membra, ma slanciata ed elastica. Il movimento con cui si è seduta è stato aggraziato e sinuoso, accompagnato dall’ondeggiare dei lunghi capelli ramati che si è sistemata dietro l’orecchio.
    
    Il viso è regolare, grandi occhi liquidi, bocca corrucciata, le intuisco la pelle lentigginosa delle rosse, omogeneizzata da un’abbronzatura recente.
    
    Per lo standard del locale, non è nemmeno troppo scosciata: tubino nero, quasi accollato, braccia nude. Solo dopo vedrò la profonda scollatura sulla schiena che le scopre sin quasi il solco dei glutei.
    
    Deve aver sentito l’insistenza del mio sguardo, perché mi fissa a sua volta, interrogativa, senza sorridere.
    
    Ora, non è che io mi consideri abitualmente o occasionalmente lesbica, ma devo ammettere che c’è, a volte, in alcune donne, una bellezza tale, una perfezione, un mix di odori/colori/sapori (e quasi stasera riesco a sentire sulla lingua il sapore della figa della bella sconosciuta) che anche l’uomo più attraente non riesce a raggiungere… E così, il desiderio di assaggiare tali prelibatezze, mi porta fuori dal mio abituale desco che è quello del cazzo sempre e comunque.
    
    Ingaggiamo, mangiando, un duello di sguardi sempre più ...
    ... intensi e densi di significato. Luca non si accorge di nulla, preso com’è dalla sua attività di scouting preventivo.
    
    Mentre aspettiamo il caffè, mi alzo per andare in bagno, che è dalla parte opposta del tavolo della bella.
    
    Ovviamente conto sull’effetto della vista della mia schiena e dello spacco del vestito e ondeggio sui tacchi fino in fondo al locale.
    
    Il bagno delle signore è altrettanto essenziale e ovattato, in penombra, un tripudio di marmo scuro e cromature lucenti.
    
    Quando esco dal piccolo vano separato da una porta a specchio dove si trova il water, lei è lì, in piedi davanti al grande specchio, una piccola pochette in una mano e un rossetto nell’altra.
    
    Mi avvicino a mia volta allo specchio e ci guardiamo riflesse, impiegando a ritoccare il rossetto e a riavviarci i capelli, un tempo decisamente eccessivo.
    
    Ecco, adesso vorrei a tutti i costi avere il cazzo. Perché se lo avessi, questo duello di sguardi, potrebbe trovare il suo carnale compimento, consumando lì, senza preamboli, questa attrazione repentina ed estemporanea, reclinandola sul lavandino e infilzandola da dietro, mordendole il collo, annegando nei suoi capelli, pochi colpi a suggellare un momento solo nostro, tornando ai rispettivi tavoli come se niente fosse.
    
    E invece, a noi signore, per consumare tra di noi, occorre un po’ più di comfort, niente da fare in quel bagno di marmo gelido… decisamente non è il caso.
    
    Usciamo una dietro l’altra, io le guardo la schiena nuda e le gambe snelle ...
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