Due inguaribili Puttane
Data: 20/02/2020,
Categorie:
Cuckold
Lesbo
Tradimenti
Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu
... fragoloni. Io glieli stringo tra indice e pollice e, poi, a turno, tra le labbra, tra i denti. Le lecco l’incavo del collo; so che prova brividi, quando le affondo tutta la lingua nell’orecchio. Il tizio ha il pacco che scoppia, ma deve soffrire ancora: vogliamo che gli tiri fino al dolore fisico. La mia bocca ora scende sul ventre di Lory, le disegno piccoli cerchi nell’ombelico. Poi scendo decisa verso la sua figa, completamente depilata.
“Ti piace?” chiedo al lui, mentre gliela mostro e gli racconto che l’ho aiutata io, nel pomeriggio, a renderle la figa pulita e liscia come una pesca. Abbiamo fatto il bagno assieme; le ho lavato energicamente le parti intime. Una volta uscite dalla vasca e, mentre stavamo vestendoci, ho avuto un’irrefrenabile voglia di passare la lingua tra le labbra della sua figa e, così, le ho strappato di dosso la gonna, che aveva già indossato con tanta cura. Lei, mostrando sorpresa, mi ha chiesto: “Che intendi fare? Sei sempre la solita ninfomane”, diceva questo ridendo e, forse, già immaginando quello che avevo in testa, ed ha lasciato fare. Aveva ancora addosso gli slip ed erano divenuti madidi di succhi vaginali. Allora le dico: “Tu, però, sei una zoccola di prima categoria. Ti bagneresti anche se fosse il postino a farti delle avances”, sbotto a dirle. E lei, senza darmene avviso, mi sbatte sul divano, supina, e mi ha piazzato la figa sulla bocca, ancora coperta dagli slip. Avevo le braccia immobilizzate sotto le sue ginocchia. Potevo agire ...
... con la sola lingua; al terzo tentativo l’ho penetrata con almeno tre cm. di lingua. Pochi, direte, ma il clitoride era in fiamme e sentivo i suoi gemiti sotto i colpi che le assestavo. Mi ha inondato il viso di umori; speravo non venisse così in fretta, ma l’eccitazione era davvero tanta. Approfittando dei suoi spasimi, l’ho girata alla pecorina. L’ho leccata da dietro, ma era solo un pretesto per prepararla ad altro. L’ho condotta nella cucina e lì, sul tavolo, senza che avesse modo di ribellarsi, le ho ostruito la figa con un cubetto di ghiaccio e, dato che si vanta di esser un’ottima cuoca, le ho proposto un dessert alla frutta per la nostra intima merenda. “Deve sapere di te, dei tuoi odori e sapori – le ho detto – sei pronta?” “Tu sei pazza… cosa vuoi fare?” “Chiedi troppo e godi ancor più… che ne dici di una bella macedonia?” Le infilo una banana senza buccia in quel foro di carne rossa e gonfia. Entrava ed usciva con la scioltezza di una guaina viscida. “Non crederai di cavartela così, grande troia? Su, rispondi, cos’altro metteresti in questa macedonia? Uva, mele, pere, fragole, che altro? Ti è andata male, perché ho tutto questo in frigo”. La mela aveva sortito l’effetto solletico: ruvida e fredda l’ha fatta gridare prima piano, poi più forte. Ma la vera stranezza sono stati gli acini d’uva che le infilavo e lei espelleva come proiettili. “Vedi che, dopo, dovrai mangiarla…?!” Avevo aggiunto della panna liquida sulle piccole labbra devastate, per poi leccarla in modo ...