1. MEMORIE DI UN BANCARIO cap.1 Gina Il nostro incontro


    Data: 14/02/2020, Categorie: Etero Autore: Anatole, Fonte: RaccontiMilu

    ... quasi subito, prese il bicchiere che le porgevo, mi fissò con occhi dolcissimi.
    
    – A cosa vogliamo brindare? Chiese sorridendomi.
    
    – Al nostro incontro! Proposi. Alzammo i calici. Lei raccolse il pacchettino con il mio regalo e scomparve oltre la porta.
    
    – Torno subito! Poco dopo udii lo scroscio di una doccia poi più nulla.
    
    – Allora, come mi sta?
    
    Trasalii, stavo guardando il paesaggio finendo il mio bicchiere e non l’avevo udita entrare. Gina era lì con la mia sottoveste nera e . . . null’altro!
    
    Era come se fosse nuda! Attraverso i disegni del ricamo vedevo la carne bianca del suo ventre, dei suoi seni. Un capezzolo bruno faceva capolino dai disegni floreali che prendevano tutto il davanti dell’indumento cortissimo, il pube appariva in trasparenza come una macchia più scura, le cosce libere da ogni costrizione erano lunghe, lisce, stupendamente tornite. Si girò per farsi ammirare mostrando oltre il limite dell’oscuro velo, la piega eccitante dell’attaccatura del sedere rotondo.
    
    – Cara, lei é. . . bellissima!
    
    La presi fra le braccia, come in un sogno lei rovesciò la testa all’indietro offrendomi le labbra. La sua bocca si schiuse subito con dolce abbandono alla lingua che osai spingere oltre la barriera dei suoi denti, lei mosse la sua lingua in una lenta carezza prima di imprigionare la mia e aspirarla dolcemente.
    
    Entrai subito in erezione, le mie mani scesero lungo la sua schiena, giù fino alle natiche che palpai rudemente attraverso il velo sottile ...
    ... prima di schiacciarla a me per farle sentire tutto il mio desiderio. Con uno sforzo lei staccò la bocca dalla mia e ansimando disse:
    
    – Oh ohhh. . . dunque le faccio questo effetto?
    
    Senza indugiare le sue mani scesero alla mia cintura, le sentii che sbottonavano i miei pantaloni. . .
    
    – Ohh cara . . . aspetta!
    
    Le mani di Gina che già si erano impossessate del pene, alle mie parole si allontanarono, arretrai di un passo e febbrilmente mi spogliai. Quando fui nudo, la donna slacciò le spalline e l’esile indumento scivolo ai suoi piedi, con mossa aggraziata lo raccolse e lo gettò in un angolo.
    
    Rimanemmo a fissarci, il pene non più costretto dagli indumenti si ergeva fieramente, pulsando di eccitazione davanti a tanta bellezza. Il corpo di Gina era stupendo, i seni alti, pieni erano fermi e sormontati da capezzoli bruni che si ergevano in mezzo alle aureole rosa. La vita stretta si allargava nel bacino invitante, il ventre declinava dolcemente terminando nel pube parzialmente coperto da peli castani e ricci, depilati in corrispondenza del sesso che la donna celava serrando le cosce in un inconscio tentativo di difesa.
    
    Vedendo che guardavo il basso del suo ventre arrossì, i suoi occhi scesero al mio membro e senza lasciarlo con lo sguardo si allungò sul tappeto aprendo le gambe in un palese invito. Raccolsi un cuscino, lo misi sotto il suo capo poi mi inginocchiai fra quelle meravigliose colonne di carne e lentamente mi chinai sul suo petto.
    
    Trasalì al contatto ...
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