MEMORIE DI UN BANCARIO cap.1 Gina Il nostro incontro
Data: 14/02/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Anatole, Fonte: RaccontiMilu
... poi la risposta.
– Perché no? Conosce il caffè Alberto? Ci vediamo lì, va bene?
– Benissimo! E vicino a casa mia, come faccio a riconoscerla?
– Sarò io a presentarmi, lei avrà un fiore all’occhiello vero?
Un quarto d’ora dopo ero seduto ad un tavolo del dehors con una vistosa rosa rossa puntata sul risvolto della giacca a guardare le donne che passavano cercando di individuare la mia sconosciuta.
Dopo alcuni minuti una voce al mio fianco chiese:
– Posso sedermi? Mi alzai confuso senza riuscire a dire una parola, per darmi un contegno offrii la mia rosa. Lei sorrise.
– Molto galante, allora? Siccome non aprivo bocca aggiunse:
– Mi trova di suo gradimento?
Doveva avere poco più di trent’anni, i capelli castani leggermente ondulati inquadravano il viso ovale non particolarmente bello ma gli occhi verdi bellissimi incontrarono i miei provocando in me un’ondata di desiderio. La bocca era grande, le labbra tumide, sensuali. . .
Indossava una gonna abbastanza stretta da mettere in risalto i fianchi morbidi e la curva provocante del glutei sicuramente sodi come sodi dovevano essere i seni che tendevano la camicetta dalla scollatura profonda, nel sedersi mise in mostra le gambe nervose inguainate da calze color carne. La sua voce mi riportò alla realtà.
– Questa mattina le ho guastato un dolce incontro?Veramente non pensavo più a Teresa, fui quindi sincero replicando:
– No, le assicuro, perché. . . ne ho fatto uno più dolce ancora!
– Non le ...
... sembra di correre troppo? Aspetti a dirlo. . .
Ordinai le bibite, mentre alzava il bicchiere notai un cerchietto d’oro al suo dito.
– Sposata? I suoi occhi si rattristarono.
– No, vedova da quattro anni. Con un gesto lento lo tolse poi aggiunse:
– Quattro anni sono lunghi. . .
Ora sembrava imbarazzata. Mise l’anello nella borsetta, presi la sua mano, la strinsi senza che si opponesse.
– Cara, cosa vogliamo fare?Sembrò scuotersi, i suoi occhi ebbero un lampo divertito.
– Per prima cosa devo fare delle compere, mi accompagna?
Facemmo il giro dei negozi, Gina sembrava una ragazzina, si fermava a tutte le vetrine, davanti a una boutique rimase in estasi per un manichino che indossava una sottoveste nera con ricami a giorno in pizzo, corta, quasi trasparente.
– Cosa ne pensa, mi starebbe bene?
Colsi l’occasione, la trascinai nel negozio e gliela regalai. Un’ora dopo, carico di pacchetti l’accompagnavo a casa. L’appartamento di Gina occupava l’ultimo piano di un palazzo signorile, non parlammo finché lei non ebbe chiuso la porta.
– Finalmente! Si versi da bere, intanto sistemo queste cose.
L’ambiente era ampio, luminoso, un angolo era occupato dal bar mentre di fianco un divano occupava parte di una parete, un’ampia vetrata mostrava in lontananza la verde collina. Uno spesso tappeto copriva il pavimento disseminato qua e là da cuscini colorati, un tavolino basso vicino al divano e due sedie completavano l’arredamento. Mi versai da bere, Gina tornò ...