Affinità ben radicate
Data: 13/02/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... eventuali danni. Attraversiamo lo stradone e la prima panchina tra gli alberi è la nostra, ci chiniamo insieme sulla caviglia disastrata che poi tanto disastrata non è, mentre le nostre mani si sfiorano. In quel frangente succede qualche cosa, un contatto improvviso come un temporale d’estate, forse è colpa di tutta quest’insolita tenerezza che provo per lui, oppure l’uomo si è accorto di quanto è liscia la mia pelle, non lo saprò mai. In ogni caso ci rialziamo e rimaniamo a squadrarci per un attimo, poi i nostri visi s’avvicinano lentamente e le labbra si sfiorano appena, come se volessimo assaggiarci per finire a baciarci toccandoci dappertutto.
Le sue braccia sono forti, hanno un’energia e una sicurezza che disorienta, consapevole e controllata dove io crollo con riconoscenza come in una totale passione. Eccitazione e slancio che attualmente per noi due arenati su di un’isola deserta è una specie d’amoroso e sollecito calore da regalarci a vicenda, come un dono prezioso e irrinunciabile. Così Pietro infila una mano sotto la gonna e lentamente risale tra le cosce che deve forzare per introdursi, come se involontariamente il mio corpo stia ancora negando e rifiutando il piacere, sennonché arriva in modo incerto agli slip e poi alla fica umida, dove le labbra già accalorate e eccitate s’aprono finalmente riconoscenti per accogliere ben volentieri quelle dita così esperte. Lui mi fruga, m’accarezza, mi penetra con dolcezza, compie quei ...
... gesti in maniera delicata senza fretta, mentre al contrario continuiamo a baciarci come se volessimo consumarci. Intanto che lui mi porta in vetta a quel piacere che è musica per il movimento dei miei fianchi, io resto appesa alla sua bocca, intontita da un benessere che non è solo carnale e lussurioso, ma anche benevolo e premuroso, perché provo una gran gioia nel dargli sollievo pur se momentaneo con quel corpo che lui ha ravvivato risvegliandolo alla gioia di vivere.
Per un attimo ho l’inedita e netta sensazione d’averlo già incontrato, perché Pietro mi trasmette queste sensazioni, chissà, forse in un’altra esistenza. Quello che avverto sono per me colori originali, perché tutto nella notte è bianco e nero, d’un bianco di luna e d’un nero insolito, tutto è tenero, indecifrabile, misterioso e vellutato. Io ascolto il grosso acero frusciare sopra di me e in sottofondo origlio l’Adige scorrere, mentre apro i pantaloni dell’uomo e gli tengo il cazzo fra le mani, sentendo le sue vene gonfiarsi contro il palmo e pulsare più forte. Mi ritrovo per un attimo pensando ancora una volta quale meraviglia e che prodigio sia il sesso maschile capace di tante trasformazioni, e nel momento in cui anche noi diventiamo figure in bianco e nero, fatti di quella luce speciale che s’introduce sulle forme come i gatti sui tetti di notte, m’inginocchio di fronte a lui perché diventi nella mia bocca parte di me.
Il mio digiuno è finito, credo e suppongo proprio, ...