La femminuccia anale
Data: 27/01/2020,
Categorie:
Trans
Autore: paolo2011, Fonte: Annunci69
La posizione a quattro zampe è ottima, ma quella sulla schiena permette ben altre visuali, in piedi viene fottuta come una zoccola da marciapiede, calata sul cazzo mentre se lo infila nel culo allegramente è certamente la più faticosa. Parliamo di fenomenologia anale della femminuccia, di come la troia si fa scopare, degli aspetti intimi di sottomissione e di piacere, dell’allenamento anale e delle tecniche per farsi sfondare, perché questo è quello a cui aspira la femminuccia.
Naturalmente la femminuccia è una sottospecie di Homo Sapiens, è una variante dell’umanità, socialmente classificata come schiavo oggettuale, nata per servire e obbedire ai maschi superiori, adorare il cazzo e soffrire. Il suo habitat normale è ai piedi di un maschio alfa.
Inizialmente le femminucce sono giovani froci timidi e bisognosi. Sentono già da giovani il bisogno umiliarsi, di sottomettersi, si masturbano tutti accaldati menando i loro piccoli inutili cazzi. Generalmente sono spaventati delle loro pulsioni e dei loro desideri, quando scoprono di poter godere eiaculando un po’ di materia biancastra si ammazzano di seghe, tre o quattro volte al giorno nella loro cameretta. Nascono da lì le fantasie perverse di proiezione verso i veri uomini, innanzi tutto verso il padre, se c’è, verso il vicino di casa o il professore del liceo, così virili, pelosi, dominanti. La maggior parte delle troiette rimangono vergini, fingendo sempre di essere "troppo occupati" per assecondare i propri ...
... desideri, quando in realtà hanno troppa paura di agire le loro fantasie, di fare sesso con chiunque, di essere scopati, seviziati, umiliati e degradati. Finché finalmente il bisogno diventa così forte che escono dal loro guscio, spesso in modo drammatico.
Innanzi tutto bisogna sistemare la situazione del clitoride, del cazzetto che la femminuccia si porta tra le gambe. I veri uomini hanno i cazzi. I cazzi servono a scopare e, dato che la scrofa non è un uomo e non avrebbe mai scopato niente, quella appendice non è altro che uno scarico. Bisogna chiamarlo con il proprio nome, con la giusta definizione e una volta che si è iniziato a chiamarlo così, la trasformazione mentale sta iniziando ad avvenire. La gabbietta di castità resta uno strumento importante di sottomissione della checca, la costringe a non avere inutili erezioni e lo obbliga ogni volta che deve pisciare a sedersi come una femmina. Inoltre, per un frocio abituato a masturbarsi due volte al giorno, è una lezione potente, psicologicamente determinante: il suo piacere non importa, interessa solo quello del padrone, del maschio che la sta usando. L’impotentia coeundi, l’impossibilità cioè di scopare una donna o almeno un altro frocetto come lui, rende la femminuccia isterica e disperata, la sua debole mente sottomessa sta lottando tra il suo bisogno di sperma e il suo bisogno di piacere e obbedire. Mette la gabbietta per far piacere al padrone ma vorrebbe sborrare sul pavimento e leccare il suo stesso sperma.
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