La tua nuova idea di me
Data: 19/01/2020,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... sennonché i boxer e li sfilo, il calore delle mie mani si mescola con il calore del tuo sesso, pulsa, io comincio a stringerlo e a scoprirlo, i tuoi gemiti aumentano, abbasso la mia testa e apro le labbra. In quel momento non vorrei in altro modo se non quello di renderti improbabile il muoverti mentre sei tra le mie labbra, chissà se almeno lontanamente puoi immaginare la sensazione d’assoluto piacere che sto provando. Ci passo sopra la punta della lingua, sulla sua punta e ti sento gemere, il tuo gemito si confonde lussuriosamente con il mio, intanto che agguanto la punta tra le labbra il tuo gemito aumenta:
“Slegami, non capita spesso di poterti avere così per me”.
“Dammi unragionevole e giudiziosomotivo per cui dovrei slegarti, ora e non fra un secolo”.
“Perché fra un secolo saremo ormai totalmenteammattiti,mattacchioni e financheguasti, direi distrutti,completamenteabbattutie sciupati”.
“Non importa, corro il rischio ancora per un po’ di tempo, cerca di resistere ancora un poco, su fai il bravo,opponiti,trattienitie non te ne pentirai”.
Intanto avevo ripreso il tuo sesso per farlo affondare d’un colpo tra le mie labbra, nella mia bocca, coprendolo con la mia lingua per muovermi intorno ad esso fino a farlo inabissare alla mia gola, sì, ti stavi comportando da bravo, in fondo dovevo dartene atto, alla fine avrei dovuto dispensartela come ricompensa, però continuavo senza potermi staccare da te. La mia bocca assieme alla gola golose di te non riuscivano a ...
... lasciarlo andare, incuranti dei tuoi gemiti che continuavano a renderlo sempre più duro, io lo sentivo crescere dentro la mia bocca fino a non saperlo contenere, perché mentre ti stringevo nella bocca facendoti uscire ed entrare e muovendomi con le mie labbra come avresti fatto dentro di me, io stessa facevo scivolare due delle dita d’una mano dentro di me. Le dita affondavano senza lasciarmi un solo respiro, mi riempivo del tuo piacere attraverso me stessa, una sensazione quest’ultima tutta nuova e incoerente, a momenti prodigiosa.
Non potevo essere io, pensavo questo, durante il tempo in cui le dita affondavano simulando quanto le mie labbra ti stavano facendo. E continuavo, mentre ti sentivo trepidante su quella sedia completamente mio senza poterti muovere, senza sapere se t’avrei opportunamente slegato oppure no. In realtà ero molto combattuta e tesa, perché l’immagine successiva che avevo davanti era ancora di puro piacere, mentre m’immaginavo salire sopra di te sulla sedia senza lasciarti nessun movimento libero, salirti sopra e infilarti dentro di me allargandomi io stessa efficacemente per te. Oppure avrei dovuto slegarti e permetterti di prendermi per i fianchi ed entrare mentre eri tu a guidarmi? Che cosa avrei preferito? Chi può dirlo, inutili decisioni, sempre scelte in qualunque modo. Io t’ho guardato negli occhi, vedevo il buio profondo in quegli occhi e pensavo che ancora una volta comportandomi da egoista e d’accentratrice, avrei lasciato che fosse quello ...