Le mie storie con lora
Data: 17/01/2020,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Maurocollant, Fonte: Annunci69
... se ebbi altre volte modo di assaggiare quel nettare degli dei, quella prima bevuta aveva un sapore nuovo, particolare, non era la prima volta che bevevo sborra, ma quella volta era stata davvero speciale, era l’atto sublime della mia sottomissione.
Dopo avermi visto deglutire Lora mi fece segno di avvicinarmi a lei, mi volle baciare per sentire anche lei in gola un po’ di quel sapore speciale.
Da quel momento i ruoli si erano ben definiti, loro due sembravano due amanti ed io una specie di servitore, un’odalisca pronta ad ogni loro sguardo, in attesa di una parola di attenzione che facesse capire che io c’ero, che mi degnavano dei loro sguardi, delle loro parole.
Quindi diventai cameriera, porgendo loro qualcosa da bere per rilassarsi mentre parlavano, mi dedicai alla figa di lei, come da suo ordine e al cazzo di lui, come Lora mi ordinava.
Loro chiacchieravano, si baciavano, mezzi sdraiati sul letto ed io pronto ad ogni loro richiesta, fosse di leccare i loro sessi, o prendere ciò che desideravano bere, o per qualsiasi cosa venisse loro in mente, come per esempio massaggiare i piedi, la schiena, fra i glutei, a volte con le mani, a volte con la lingua.
Era Lora che mi impartiva gli ordini, sapeva della mia indole remissiva, sapeva delle mie voglie di sottomissione e le piaceva quel ruolo da severa Padrona alla presenza di quel maschio deciso, gaudente nel vederla impartire ordini.
Quel vederlo compiaciuto le dava sempre più carica, e quindi dalla parole ...
... all’inizio gentili, tutto sommato, passò via via a dimostrarsi più decisa, più energica, più Padrona.
E così passò dal dirmi….”amore” a definirmi “zoccola”, “troia”, vacca” fino alla più eccitante delle definizioni… “vacca di una frocia”….
Chiamandomi in questi modi mi obbligava a leccare ora lui ora lei, baciare i loro piedi, leccare i loro culi, penetrarla con la lingua, pompare il cazzo di lui.
Godeva di quella situazione, si sentiva davvero Padrona, padrona del suo ruolo, mi assestò uno schiaffo nel momento in cui ritenne che non avessi succhiato bene il cazzo di lui, non vedendo sul suo viso nessun segno del piacere che potevo procuragli, ritenendo quindi che non stessi facendo un buon lavoro.
Fu una sorpresa quello schiaffo, e al di là dell’immediato bruciore, sentii il piacere dell’eccitazione sopprimere quel bruciore e appagarmi del mio essere schiavo, umiliato come è necessario che sia.
Marco a quel punto volle scoparla nel culo, io ero sempre nella posizione tale da vedere i loro sessi proprio in faccia a me, strusciò il cazzo fra le natiche di lei, provò una prima volta a penetrarla senza riuscirci, ancora strusciò quella nobile asta fra le natiche di lei cercando quell’umido che poteva lubrificare il sua cazzo ed anche lo stretto buco, ancora non riuscì a entrare.
Allora imperiosa Lora…
“Vacca cosa aspetti a lubrificare con la tua lingua, frocia, non lo vedi?, sono io che devo dirti quello che devi fare? Muoviti vacca…!”
Aveva ragione lei, io ...