1. Gita scolastica (1° episodio) – Vecchi racconti di ErosItalia


    Data: 16/01/2020, Categorie: Etero Autore: Vecchi Racconti, Fonte: RaccontiMilu

    Mi chiamo Elena e ho 21 anni e una gran gioia di vivere che mi porta a cercare tutti i piaceri che la vita ci offre. Tra questi penso che il sesso sia per me il più importante. Gli amici e le amiche dicono che sono una vera porca ed è proprio vero, a volte penso di essere una vera ninfomane. Ora vi racconto la mia iniziazione ai piaceri dell’amore tra donne. Avevo circa 17 anni ed ero in gita a Firenze, con la mia classe, la mitica 2ª B del Liceo classico “Dante Alighieri”. Ed è successa una cosa strana e bellissima, che mi ha causato tanto e tale piacere che ancora adesso mentre ne scrivo sono turbata ed eccitata, il respiro diventa affannoso, le gambe si aprono e si chiudono inquiete sulla sedia. “Elena e Simona in camera assieme” dice la professoressa. Simona è la mia migliore amica e la prof. deve averlo fatto apposta di metterci assieme, ben sapendo quanto andiamo d’accordo. Dopo un eccitante giorno in giro tra musei e monumenti, passato in estatica ammirazione di fronte a statue di marmoree bellezza torniamo in albergo. È notte, dovremmo dormire. “Ah mi faccio una doccia” mi dice Simona e allora io penso che prenda l’accappatoio e si vada a chiudere in bagno, lontana da occhi indiscreti. Invece senza togliermi gli occhi di dosso, in piedi davanti a me, si sbottona la camicetta! Non sono imbarazzata, quante volte mi sono spogliata in presenza di altre donna in palestra? Ma lo sguardo con cui mi fissa mi turba mio malgrado profondamente. Libera dalla camicia vedo il suo ...
    ... seno svettare in tutta la sua giovanile prorompenza, ma……sbaglio o i capezzoli sono turgidi e duri…come se fosse eccitata? Se li sfiora un attimo con le dita, poi la sua mano scende verso i pantaloncini, che in un attimo sono a terra. Ora ha indosso solo delle piccole mutandine bianche, che tira verso di sé facendole aderire più profondamente sulla sua fighetta, della quale intuisco le curve sotto la morbida stoffa. I nostri sguardi si incrociano e mi ritrovo a pensare come sarebbe dolce sentire il suo miele, sfiorarla, ma lei emette una specie di sospiro e va verso il bagno. Lascia la porta accostata. Non resisto e silenziosa mi avvicino. Lascia scivolare le mutandine, che maliziose rivelano il suo splendido sederino. Lei si porta due dita alle labbra, le lecca bagnandole tutte di saliva, poi lenta si sfiora un capezzolo. Qualche secondo così e si strizza quella punta oscura di piacere, poi l’altra mano scivola tra le gambe, che divarica un po’, muove le dita lì in mezzo, sospira di nuovo fissando lo specchio, sono sicura che mi veda, riflessa, ma entra nella doccia. La guardo mentre si accarezza il corpo, giovane, bello, sodo: mi accovaccio per terra, le gambe completamente spalancate, mi accarezzo il petto, sento i capezzoli spingere sulla maglietta, diventata di colpo calda e strettissima. Scosto le mutandine e con un paio di dita inizio a sfiorarmi le labbra, poi salgo su fino ad incontrare il clitoride, durissimo. Ma cosa sto facendo? Mi sto sditalinando spiando la mia ...
«123»