Matrimonio Cuck
Data: 08/01/2020,
Categorie:
Cuckold
Autore: bkbkbk, Fonte: RaccontiMilu
... avessi capito ma non riuscivo a reagire alla cosa, sperando finisse da sola. Il mio disagio era palese e, ogni volta che dovevano allontanarsi, creavo sempre dei problemi che facevano innervosire Giuseppe.
“Senti ragazzì” mi disse un pomeriggio che Patrizia non era venuta al mare “noi dovemo parlà tra omini”.
“Ok… dimmi”
“Tu non me devi rompe i cojoni quando viene con me” Giuseppe Come da tempo facevo, mi recai a casa di Paolo verso le 10. Non scopavo Patrizia da una settimana, visto che per lavoro ero stato a Catania. C’avevo una voglia di sborrare infinita ed il cazzo era così duro che mi doleva. Quando salii lei ancora doveva arrivare. Paolo mi preparò un po’ seccato il caffè che mi feci portare in salotto. La casa dei suoi genitori era molto bella, spaziosa e quella poltrona mi piaceva particolarmente. Mi versai un po’ di whisky del padre, tanto per gradire. “Quante volte devo dirti di non prenderlo? Se ne accorge, costa un occhio della testa.” “Stai zitto e non me rompe er cazzo. Ricompraglielo, così non s’accorge” proseguii. Mi faceva incazzare quel ragazzo, non ci potevo far nulla. “Famme er solito lavoretto daje, me fanno male i piedi” “Vaffanculo, stronzo…” Non potevo permetterglielo. Era un moccioso viziato, ed io ero stanco morto ed arrapato. Mi alzai di scatto e gli mollai un ceffone. “Se non ti ha educato mammina, mo’ ce penso io” mi rimisi seduto ed allungai i piedi sul tavolinetto di marmo. Lui, ritornato i sé, con la guancia paonazza e le lacrime ...
... agli occhi, prese a slacciarmi con cura le scarpe. Poi mi tolse i calzini e cominciò a massaggiarmi i piedi. “Prima puliscimeli, non fatte di’ tutto, deficiente!” Rassegnato prese a leccarmi i piedi, con cura, nei punti che gli indicavo col movimento delle dita. In quel mentre suonò il citofono. Era Patrizia. Appena la vidi non la lasciai nemmeno parlare e le ficcai la lingua in bocca mentre le stringevo le natiche con forza. Paolo quel giorno non rimase a casa, scese per fare delle compere ed io, che non potevo più trattenermi, portai Patrizia in camera dei suo genitori. La spogliai in un attimo strappendole le mutandine. Il suo pube di velluto palpitava, le sue piccole tettine erano gonfie di desiderio. Il mio cazzo entrò a fatica dentro di lei, ancora non completamente bagnata; capii che soffriva in silenzio, si immolava al mio piacere, alla mia necessità brutale. Ero senza preservativo e lei mi fece come un cenno impercettibile, come di avere pietà, di stare attento. Chiusi gli occhi. Quattro, cinque, sei stantuffate fino in fondo. Il cazzo che mi scoppiava. Ti vengo dentro troia, non me ne frega un cazzo, sei mia… Invece, riuscii all’ultimo a tirarlo fuori. Aprii gli occhi su di lei che guardava terrorizzata dietro di me. Il primo schizzo atterrò fra l’attaccatura delle tette ed il collo ed in quello stesso istante vidi una donna anziana alla mia destra. Il secondo schizzo denso e caldo volò sulla pancia di Patrizia ed il terzo sulla coperta della madre di Paolo. “Chi cazzo ...