1. Matrimonio Cuck


    Data: 08/01/2020, Categorie: Cuckold Autore: bkbkbk, Fonte: RaccontiMilu

    “E’ stato un bel matrimonio, vero caro?”
    
    “Certo, fantastico!”
    
    “Anche i tuoi sono rimasti contenti, mi sembra”
    
    “Sì, abbastanza… sai come sono loro”
    
    “Certo, certo, non ti devi scusare per loro. Ora però vai un po’ più forte che Giuseppe si è stufato di aspettare”
    
    “Dai, non esageriamo… cavolo!”
    
    “Cavolo un corno, non farlo venire al matrimonio è stata una cattiveria di tua madre, doveva farmi da testimone, ricordi?”
    
    “Sì ma è da capire, dai…”
    
    “Capire cosa?”
    
    “Bhe insomma, ti ha trovato al letto con lui. Cosa volevi che facesse?”
    
    “Capire la situazione. Ti avrà visto nudo no? E’ una donna pure lei, avrà capito che anche io ho diritto ad un cazzo vero e non a quella lumaca che hai tu!”
    
    Giuseppe era già all’angolo di Viale Glorioso quando arrivammo. Indossava dei bermuda jeans ed una polo attillata che metteva in evidenza il corpo asciutto e muscoloso a dispetto dei suoi 50 anni.
    
    “Ce l’avete fatta, ce stavo a mette radici qui…” disse aprendo il cofano della mia auto per sistemare il suo bagaglio.
    
    “Te l’avevo detto di sbrigarti…”
    
    “Ma, ho fatto prima possibile…” cercai di giustificarmi.
    
    “Daje, scenni, sali dietro e fa poco er cojone” replicò Giuseppe aprendo lo sportello di guida e facendomi accomodare sul sedile posteriore. Poi estrasse dai pantaloni la pistola e la ripose nel vano accessori, si accomodò la maglietta e prese a baciarsi con Patrizia molto appassionatamente.
    
    “Mamma mia amore” trasalì Patrizia “sei duro duro… chissà come ...
    ... soffri”
    
    “Eh, sì, amore… è da ieri sera… ‘n ce la faccio più!” e, come se io non ci fossi, aprì i bottoni della pattana e fece fuoriuscire il cazzo duro dai pantaloni per farlo ammirare a mia moglie. Lei, con arte, gli strusciò delicatamente il frenulo, finché il suo polpastrello non fu lucido del suo seme. Le vene del suo cazzo pulsavano gonfie, quasi dovessero esplodere e dalla cappella si propagò nell’auto un forte odore virile.
    
    “Su ora basta, partiamo” disse all’improvviso Patrizia allontanandolo e risistemandosi “partiamo e stasera ti faccio contento.”
    
    Lui, ubbidiente, ripose il suo pene a fatica nei pantaloni e si mise al volante. Giuseppe lo avevamo conosciuto quando eravamo già insieme da due anni, ad uno stabilimento di Fregene a fine giugno. Aveva circa 15 anni più di lei, faceva la guardia giurata e si era da poco separato. Nel tempo libero trafficava con oggetti rubati e frequentava persone poco rispettabili. Aveva un fisico magrissimo e muscoloso, forgiato dalla vita di strada e dalle arti marziali ed un modo di fare sicuro e dominante che attrassero immediatamente Patrizia.
    
    Per tutta quell’estate lo vedemmo due o tre volte la settimana. Facevano lunghe passeggiate sulla spiaggia da soli, parlavano, scherzavano come io non ci fossi. Lui promise che a settembre le avrebbe trovato un impiego presso un notaio suo amico e che per questo voleva conoscerla bene per non fare brutta figura. Così cominciarono ogni volta a sparire per delle ore.
    
    Non che non ...
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