Acqua: il rumore della pioggia
Data: 07/01/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Robb____, Fonte: Annunci69
Premesse
Primo racconto. Sarei felice di avere feedback in base ai quali considerare l’idea di continuare a scrivere una serie di racconti, ognuno dedicato ad una categoria ed ispirato ad un elemento naturale.
Per i curiosi: lascio a voi la scelta di credere che questi racconti siano o meno ispirati da fatti reali. Se sembra vero, allora vuol dire che funziona!
ACQUA
Il rumore della pioggia (parte 1)
Il rumore della pioggia si abbatteva incessante sulle auto inermi, producendo un caratteristico suono metallico, perfettamente cadenzato, che scandiva quella malinconica serata autunnale.
Ho sempre amato la pioggia. Il suo odore. Il suo cadere impietosamente e senza controllo, lasciando quel senso di sospensione nell’aria, quasi di purezza, la quiete dopo la tempesta.
La notte umida mi aveva messo di buon umore e guidai fino al luogo dell’appuntamento, nei pressi di un centro commerciale. Conoscevo bene la zona perché ci ero già stato in passato ma, come capita sistematicamente nei casi di bisogno, la memoria sembrava offuscata ed il timore di perdermi in quel groviglio di traverse si faceva sempre più concreto.
Come se non bastasse ero in ritardo, dannatamente in ritardo. Per alcune persone presentarsi ad un appuntamento con puntualità o addirittura in anticipo, è qualcosa di sacrosanto. Per altre, fare ritardo, è altrettanto sacrosanto. Come se ci fosse un principio patologico che impone di non arrivare mai puntuali: non puoi farci niente, per quanto ...
... ti sforzi di anticipare i tempi, sarai sempre in ritardo. Accade anche nella vita, a volte.
Giunto sul posto, parcheggiai in un ampio piazzale, antistante la facciata colorata di un fast food. L’asfalto catturò la mia attenzione con i suoi giochi di luce riflessi nelle pozzanghere che esercitavano un potere ipnotico sul mio pensiero, facendolo vagare verso mete ben più ridenti e specchi d’acqua estivi e cristallini.
Fui riportato alla realtà dal sopraggiungere di una macchina scura che si accostò timidamente alla mia, quasi in cerca di un cenno di conferma. Erano i miei nuovi amici, avevo riconosciuto il modello dell’auto.
I vetri delle autovetture erano appannati e rigati dalle gocce d’ acqua. Il ronzio elettronico del motorino che li abbassava rivelò volti amichevoli, come il sipario di un teatro che aprendosi svela un palcoscenico familiare alla platea. Seguirono sorrisi reciproci alternati a momenti di incertezza:
-Ciao!
-Come va? Vieni tu? Veniamo noi?
-D’accordo, vengo io!
Aprì lo sportello posteriore e mi riparai nel loro abitacolo.
Fu lì che mi trovai subito in compagnia di una donna di mezza età dalla carnagione olivastra, i lineamenti delicati resi accattivanti da uno sguardo penetrante, quasi aggressivo, incastonato in occhi dalle tinte marine. Il tutto era incorniciato da capelli corvini, non troppo lunghi, fluenti sulle spalle esili ma ben disegnate.
Notai che indossava un vestito di maglia scuro e, mentre si sporgeva per presentarsi, ...