memorie di un single; la tardona
Data: 25/12/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: demaranto, Fonte: RaccontiMilu
... sull’apertura, piegandomi sulle gambe iniziai a penetrarla, iniziò a fare delle smorfie di dolore, la sentivo stretta. molto stretta. Per arrivare alla penetrazione completa ci misi un po’ di tempo, affondavo per pochi centimetri e poi tornavo indietro, ad ogni affondo guadagnavo qualche centimetro in più, fino a che fui tutto dentro di lei. A questo punto mi fermai con gli affondi e iniziai un movimento circolare del bacino, sentivo man mano le pareti della vagina che si rilassavano e non mi frizionavano, anche dolorosamente il cazzo, anche lei finì di lamentarsi, così iniziai di nuovo a stantuffarla, però sempre lentamente, ogni tanto lo tiravo fuori completamente per poi affondare di nuovo dentro. Mentre la scopavo mi venne un dubbio, dovuto dal fatto che, se ieri vedendola come stava combinata le avrei dato oltre i cinquantacinque anni d’età, oggi tra il cambio intimo, la depilazione e la lampada dimostrava molti anni in meno: – Hai ancora il ciclo ?? – Mmmmm No sto in menopausa da almeno quattro anni Rincuorato da queste sue parole ripresi a scoparla lentamente, quando capii che non sentiva più dolore aumentai il ritmo e dopo poco le sborrai dentro. Alle mie stoccati finali lei rispose inarcando di nuovo il corpo e, quando sentì il mio cazzo profondamente piantato dentro di lei e il caldo del mio seme venne un’altra volta, urlando e dimenandosi tutta. Rimanemmo in questa posizione per un paio di minuti, uscii da lei, accompagnai le sue gambe poggiandole a terra. ...
... Rimasi così, lei seduta ancora sulla poltrona ed io in piedi, il mio cazzo stava cominciando a rammollirsi, sulla punta notai oltre a tracce di sperma anche delle piccole striature di rosso. Lei stravaccata sulla poltrona, gli occhi chiusi, sempre più sudata e ansimante, le cosce oscenamente aperte, dalla fica cominciò a gocciolare a terra il mio seme con striature rosa. Dal mio borsello presi un pacchetto di fazzolettini, mi inginocchiai di nuovo a terra e le pulii la fica, mi aiutai con le dita per far uscire quanto più seme possibile, lei a questo mio fare aprì gli occhi e mi guardò, occhi stanchi ma soddisfatti. Finii l’opera di pulizia pulendo grossolanamente anche il pavimento, infine usai un ultimo fazzolettino per asciugarmi il cazzo. Mi alzai da terra, poggiai le mani sulle sue spalle mettendola diritta e le avvicinai il cazzo alla bocca, lei si spostò di lato. – Mi fa schifo …….. – Devi assaggiare il tuo ed il mio piacere …….. – Noooo che schifo ……… – Ho detto che devi pulirmelo ……… allora feci forza con la mano sulle guance fino a che per il dolore aprì la bocca e le ficcai il cazzo dentro. – Puliscimelo forza, deve essere perfettamente pulito La richiesta e il successivo atto praticato da lei era perfettamente inutile, non serviva a niente, ma come mi ero ripromesso con lei dovevo usare la carota ed il bastone. Ad avallare questo mio ragionamento c’era il dato di fatto che lei non si fermava e non si opponeva. Continuava a tenere in bocca il mio cazzo e non accennava ...