1. L'appartamento 3c


    Data: 24/12/2019, Categorie: Etero Autore: StelleStellino, Fonte: Annunci69

    Arrivava sempre alle 17:15. Lei era il 3C, l'appartamento 3C. Dall'aspetto non aveva più di 30 anni. I capelli chiari fino alle spalle, leggermente mossi. Vestiva formale come se uscisse da uno studio o da un ufficio, indossando quasi sempre gonne con le camicette infilate dentro.
    
    L'appartamento 3C era caratterizzato non solo dall'open space con un piccolo angolo cucina e tavolo all'americana, ma anche da un'enorme finestra sul cortile interno che permetteva alla luce di illuminare l'ambiente rendendolo ben visibile dall'esterno.
    
    Quando rientrava in casa dopolavoro dava inizio al solito rito: posato il telefono sul pianerottolo e la borsa per terra, lanciava a caso le scarpe, prima una poi l'altra per liberarsene (non dovevano essere affatto comode). Apriva il frigo e subito dopo lo richiudeva senza prendere nulla. Poi dritta verso la camera vicina (sicuramente il bagno per darsi una rinfrescata).
    
    Poco dopo tornava e, dopo un ultimo sguardo al cellulare, iniziava dalla cerniera della gonna; con una mano riusciva a tirarla giù mentre con l'altra teneva ancora in mano il telefono. Quando la gonna scendeva la spostava con un piede, così da dare involontariamente risalto alle calze, a volte chiare, a volte scure.
    
    Un enorme specchio appoggiato alla porta d'ingresso, cercava di rubarle l'immagine di nascosto sino a che non era lei stessa a posizionarsi davanti per... osservarsi.
    
    Prima timidamente, poi come Dorian Grey avrebbe guardato il proprio ritratto: cercando ...
    ... ogni volta di notare un cambiamento, anche solo un segno del tempo che passava, ma non per ossessione o per cercare di fermare il tempo, solo per curiosità. Per gioco. Come se da un momento all'altro si potesse udire di sottofondo: "Specchio, specchio delle mie brame...".
    
    L'immagine allo specchio era quella di una donna decisa sposata con la sua solitudine in un matrimonio felice. A volte al collo portava un foulard in seta di quelli molto sottili, impregnato del suo profumo. Lo slegava con molta eleganza per poi iniziare a sbottonare uno ad uno i bottoni della camicetta. In maniera sempre più provocante si rimirava in quello specchio come se quell'immagine dovesse trasmetterle la massima eccitazione, come se lo specchio si personificasse in qualcuno che la osservava con bramosia e ardore. Quel "qualcuno" era in effetti lo sguardo più severo ma più importante di tutti: il suo.
    
    Una volta sbottonata la camicetta venivano alla luce due seni morbidi, ancora avvolti nelle coppe del reggiseno, ogni sera diverso e abbinato agli slip che accarezzavano perfettamente le sue curve non perfette ma decisamente sensuali. Non staccava mai gli occhi dallo specchio, neanche quando una mano scivolava lungo i fianchi e poi delicatamente sul ventre sino ad arrivare ai collant che faceva scendere giù come la gonna.
    
    Sarebbe stata da immortalare con una foto ogni sera, per vedere chi fra lo specchio e l'obiettivo avrebbe dato maggior risalto a quella bellezza di altri tempi.
    
    Si guardava e ...
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