1. Le tentazioni oscene di una signora per bene


    Data: 12/12/2019, Categorie: Porno celebrità, Sesso di Gruppo Lesbo Autore: antonio_rosita, Fonte: xHamster

    ... una grande macchia di grasso “No, no! son sporco!”
    
    Mi alzo e gli porto una camicia, tra le più grandi che ho. Accarezza lievemente con le dita il tessuto, se l’appoggia davanti per vedere se gli sta. La camicia di lino è color blu intenso e fa risaltare l’abbronzatura della pelle e il color del grano dei capelli. “Me la presti?” “Se ti piace, te la regalo!”
    
    “No, no! Se vuoi prestarmela… poi te la faccio lavare e te la…” Ma lo sospingo con dolcezza verso il bagno: ubbidisce. Mentre comincia a spogliarsi, apro l’acqua della vasca e le lente volute di vapore cominciano ad avvolgerlo.
    
    Gli porto gli asciugamani: lui è lì, con solo gli slip, in piedi che guarda la vasca riempirsi. Così ho la possibilità di guardarmelo tutto: la pelle color della luna diventa improvvisamente ambrata sugli avambracci e sul collo per il suo lungo sostare all’aria aperta. I muscoli di braccia, gambe e petto sono adornati da una peluria giallo-oro. Il tutto è una meraviglia!
    
    Vado di là per riprendermi e per non saltargli addosso.
    
    Poi torno con un vaso di sali odorosi di fiori: non lo guardo per non dover ricorrere io ai sali, ma a quelli per rianimarsi!
    
    Mentre esco di nuovo, con la coda dell’occhio, vedo che si sta immergendo nella vasca.
    
    Son fuori e tutto il mio cervello va alla ricerca di un’altra scusa per rientrare. Niente… non so più a che santo votarmi... Deve esistere, invece, un santo protettore dei gay arrapati: driiin, suona il suo telefonino, glielo porto e mentre ...
    ... risponde alla moglie, mi siedo sul bordo della vasca e me lo guardo. Risponde a monosillabi, le assicura che è in un negozio e che è per questo che lei non sente rumori… (quando un uomo mente per me, mi fa sempre piacere!)
    
    E’ imbarazzato dalla mia presenza, gli faccio cenno se vuole che me ne vada. Fa cenno di no e velocemente finisce, con un “bacetto-bacetto”, la telefonata.
    
    Gli tolgo il cellulare, ma non mi muovo. Lo faccio parlare, mentre continua a insaponarsi. Cercando di ripescare tutta la mia naturalezza, poso il telefono e gli insapono con la spugna la schiena: ci so fare, lo so!
    
    Lui socchiude gli occhi come un gatto, io passo sotto le ascelle, sui pettorali, sul collo … gli passo una mano dietro come per farlo alzare. E si alza! Mano e spugna cominciano a danzare sul suo corpo. Arrivo ai glutei, alle cosce, provo a farlo girare e si volta in tutta la sua perfetta nudità: gli occhi sono rigorosamente chiusi, come se, non vedendo, non ci fosse neppure lui, qui, sotto le mie esperte carezze.
    
    Risalgo le cosce, vado al ventre senza sfiorare il gran membro, floscio e appoggiato su una morbida sacca rivestita di peli biondi. Dopo il ventre l’addome, i pettorali e, lì, insisto sui capezzoli che, presto, si ergono rosei. Dò un’occhiata giù: mi pare che anche da “quelle” parti ci siano movimenti. Allora scendo: di nuovo l’addome, il ventre e, finalmente, il sesso. Appena glielo tocco, si ritrae un po’, ma rimane nella stessa posizione, lascia fare. E, io, faccio!
    
    Ben ...
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