La mia storia 16 – Ritorno a casa
Data: 01/12/2019,
Categorie:
Cuckold
Incesti
Gay / Bisex
Autore: bruno55, Fonte: RaccontiMilu
... lascia intravedere gran parte dei suoi enormi seni ed anche la figa
completamente scoperta; quando la porta si apre e vede Marco fa una faccia
sorpresa: “Aspettavi qualcun altro?” chiede lui con voce neutra: “No non
aspettavo nessuno. Neanche te” “E invece eccomi qua, e’ cambiato qualcosa
da quando mi hai scritto?” “No non e’ cambiato nulla, Marco. Sono contenta
di vederti” abbozza un sorriso che le si spegne subito guardando la faccia
inespressiva di lui; Marco si avvicina a lei senza cambiare espressione,
fino ad arrivarle a neanche un metro di distanza: “In un certo senso sono
contento anche io; soprattutto perche’ devo restituirti una cosa, ormai da
piu’ di tre anni” e le molla due schiaffoni sul viso facendole quasi perdere
l’equilibrio; con le lacrime che le colano sulle guance e con la voce rotta,
lei risponde: “Sai avrei preferito che me li mollassi proprio quel giorno,
ma meglio tardi che mai. Sei venuto solo per questo?”
Per tutta risposta Marco si cala i pantaloni e le mutande: “Non esattamente,
sono venuto anche per questo”; Antonella rimane a bocca aperta ad ammirare
la mazza che pende floscia fra le gambe del marito: “E……. questo da dove
e’ uscito fuori?” “Domanda idiota signora; perche’ non ti chiedi dove farlo
entrare piuttosto?” “Raccolgo la sfida” e dopo neanche cinque secondi la
lingua e le labbra di Antonella stanno lappando e succhiando il grosso cazzo
di Marco; lui soffoca i suoi gemiti di ...
... goduria per non darle soddisfazione,
ma deve ammettere che lei e’ una pompinara superlativa e se anche riesce con
grande sforzo a nascondere il suo piacere, ci pensa il suo cazzo a mostrarlo
diventando sempre piu’ duro di momento in momento; neanche cinque minuti dopo
Antonella ammira l’asta dritta e durissima che il suo magistrale pompino ha
tirato su; toglie anche la camicia a Marco, che la lascia fare, e si toglie
il toppino: “Come mi vuoi prendere?” “Mettiti sulla poltrona a pecorina, con
le cosce sui braccioli”; lei obbedisce prontamente, la figa gia’ le cola per
il desiderio e mugola sentendo la cappella che gliela strofina, per poi
trasalire sentendo che Marco le sta puntando l’orifizio anale: “Ma che fai?
Sei matto?” “Stai zitta. A Orfeo glielo davi e adesso lo dai anche a me; e
non venirmi a dire che e’ troppo grosso”, e cosi’ dicendo spinge con violenza
la cappella oltre l’orifizio anale di lei.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh …. ti
prego mi fai maleeeeehhhhh …..” “Piantala! Ti do un minuto per abituarti
e poi comincio a spingere” non c’e’ rabbia nelle parole di Marco, ma solo
indifferenza al dolore di lei; e infatti puntualissimo comincia a spingere,
lentamente ma senza pause, ignorando le urla e le lacrime della moglie.
“Nooooooooooo ti prego Marco …… mi fai troppo male …… oddio …..
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh aiutooooooooooooooooooo
mi fa troppo ...