1. Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (9)


    Data: 25/11/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... benissimo che cosa stava accadendo, sapevo che quella era una follia e che presto me ne sarei pentita, sapevo che nell’istante in cui Rodolfo mi avesse messo quel collare la mia vita la mia vita sarebbe cambiate radicalmente e non sarei più potuta tornare indietro.
    
    Eppure rimasi lì, inerme, paralizzata, in atteso che anche quell’atto si compisse.
    
    “Chiudi il lucchetto.” chiese Gaston a Rodolfo.
    
    Non so cosa mi aspettassi, forse che mio marito alla fine non eseguisse quell’ordine, anche se avevo già capito che il suo desiderio era proprio mettermi il collare al collo.
    
    Ebbi paura, questa volta una vera paura che tutto quello che stava succedendo fosse davvero reale. Sperai ancora in un sogno, sperai che il rumore dello scatto di quel lucchetto mi facesse svegliare e mi facesse ritrovare nella mia camera da letto.
    
    Il lucchetto scattò tra le dita di Rodolfo e io non mi risvegliai.
    
    "Ora mi appartieni – mi disse Gaston – non è forse vero?.”
    
    Chiusi gli occhi ed abbassai la testa, come se quello fosse il simbolo del mio vero essere, della mia vera personalità, del mio stato presente e futuro. Ero rassegnata? Me ne stavo facendo una ragione? Non lo so, so soltanto che in quel momento tutte le mie forze stavano venendo meno e persino il mio spirito di ribellione mi sembrava ormai un lontano ricordo.
    
    “Manca solo un piccolo accessorio per dimostrare a tutti la tua sottomissione.”
    
    Gaston fece oscillare tra le mani un paio di manette e chiese a Rodolfo di ...
    ... ammanettarmi.
    
    Un’ulteriore ennesima umiliazione e tutto davanti a un gruppo di persone che aumentava di numero momento dopo momento e che osservava divertito la scena. Cercai di nascondere il mio viso abbassando il capo, cercai di fermare il tremito che mi stava percorrendo respirando in modo sempre più affannoso. Chiesi per l’ultima volta a Rodolfo di risparmiarmi quest’altra umiliazione, ma lui portò ugualmente le mie mani dietro la schiena e me le unì chiudendo le manette attorno ai miei polsi.
    
    “Ora tua moglie è solo una schiava – lo sentii dire a Rodolfo – da questo momento il suo degrado non avrà limiti e ti prometto che le farò rimpiangere la sua vita di agi e lusso.”
    
    Come poteva mio marito restarsene in silenzio?
    
    Gaston ormai senza ritegno disse a Rodolfo che da quel momento in poi avrebbe dovuto rivolgersi a me come la sua schiava, la sua schiava e puttana.
    
    “Sarò il tuo padrone e spesso anche il tuo magnaccia e per dimostrare a tuo marito che mi appartieni – precisò rivolgendosi di nuovo a me – da questo momento, che ti piaccia o no, voglio che tu mi chiami sempre padrone ovunque ci troveremo.”
    
    Rimasi in silenzio col capo chino sentendo il mio cuore battere all’impazzata.
    
    “Allora puttana – disse con calma ma con molta autorevolezza Gaston – non mi sembra di chiederti una cosa tanto difficile.”
    
    “Io non so, sono confusa – dissi con un groppo in gola e con voce tremante – mi vergogno…vi prego.”
    
    Non ebbi nessuna risposta da parte sua. Rimasi ancora col ...