1. Sex Workers


    Data: 23/11/2019, Categorie: Esibizionismo Autore: Nero di Penna & Corvina, Fonte: EroticiRacconti

    ... guadagna tempo, il cazzo è ben visibile e se ben inquadrato piace agli uomini sia etero che gay. In più, per farlo venir duro non esiste niente di meglio: bocca di rosa resusciterebbe anche un morto. E mentre lei si concentra sull’uccello, io posso anche controllare il monitor. E qui con la coda dell’occhio annoto un’altra grana: Corvina deve tenere con la mano destra i capelli lunghi e mostrare l’orecchio, altrimenti copre completamente quello che sta facendo. La prossima volta deve tener meglio i capelli, magari con un fermaglio o un’acconciatura diversa. L’interrompo (peccato!) e glielo faccio notare. In realtà vorrei che continuasse, ma stiamo girando un film, è lavoro.
    
    Rivediamo insieme il podcast. Come porno niente male, ma è poco eccitante, si vede lo scarso entusiasmo tipico del sex-worker. Nell’hard casomai si arriva all’eccesso opposto: troppa teatralità alla fine suona falsa, almeno adesso: quello che negli anni 80 e 90 veniva preso per buono oggi sembra tanto una sceneggiata, soprattutto ora che coppie vere anche nella vita si esibiscono in rete e non fanno finta di urlare a ogni botta. Ma ancora adesso in stupende serie come Brazzers o Blacked per mezz’ora intera le ragazze non sanno dire altro che “Fuck! Fuck!” oppure un ossessivo “Oh, my God!”. Eppure noi due, pur essendo una coppia vera, diamo l’impressione di recitare una parte. Come mai? Rivediamo di nuovo il filmato e scopro in me qualcosa che non sapevo: la propria moglie scopata da un altro fa un ...
    ... certo effetto, anche se quello che se la tromba… sono io. Ma immedesimarsi in se stessi ha forse un senso?
    
    Bisogna ricominciare da capo e lei dovrebbe affrontare “gli orali”… con un gesto di sfida. Esatto: niente è più eccitante di una donna che ti guarda negli occhi prima di abbassare la testa e prenderlo in bocca. Lo sguardo deve esprimere voluttà ma anche suggerire una minaccia: se vuole te lo potrebbe staccare con un morso, cosa che stava quasi per fare una ragazzona conosciuta in vacanza. Un uomo ha sempre terrore della castrazione e il pompino è un rischio calcolato: sottomissione e dominio nello stesso tempo. E poche cose nel sesso funzionano come scambiarsi ogni tanto le parti: classica è la vergine che alla fine conduce il gioco (come in Le Parfum de Mathilde, 1994, con Draghixa Laurent). Ma in questo momento il problema immediato è trovare un’inquadratura che renda ragione anche degli occhi di lei, del suo sguardo. Proviamo in due maniere: nella prima scena la camera fissa ci inquadra di lato, ma lei deve guardare per un attimo anche l’obiettivo. Nella seconda scena tengo in mano io la camera mentre lei lavora e la inquadro di faccia. Sono in realtà così teso che neanche le vengo in bocca. Dopo mezz’ora rivediamo tutto (il tempo di fare una doccia e rivestirci). Che dire? Nella prima sequenza andrebbe pure bene, ma sembra che lei si rivolga al regista per chiedere istruzioni. Nella seconda sequenza invece l’inquadratura balla, nei primi piani ogni minimo sbandamento ...
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