13 - Il Ginecologo - Agnese
Data: 15/11/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Ivofosco, Fonte: EroticiRacconti
... il momento di mettersi a pecorina e iniziare a prenderlo nel culo senza fare tante storie. Con Roberta però mi sono comportato malissimo perché, pur sapendo quanto soffrisse nel farsi sodomizzare, non ho avuto pietà del suo povero buco. Dopo averla sverginata l’ho sodomizzata ogni santo giorno. Non so come, ma trovavo sempre il tempo per inchiappettarla. Ogni scusa era buona per farla venire nel mio studio. Per farla incazzare la mandavo a cercare dalla sua collega Vittoria e pretendevo che fosse proprio lei a accompagnare la pecorella dal lupo. Questo per farle capire che se si fosse rifiutata, c’era chi non aspettava altro che di prendere il suo posto: il sedere di Vittoria era lì, pronto e disponibile per essere inculato.
Roberta invece detestava la sodomia e solo l’idea di prenderlo nel culo la mandava nel panico; ogni volta adduceva mille scuse offrendo bocca e fica pur di evitare l’inculata.
La facevo discorrere ma poi, infastidito dai suoi tentativi di ribellione, con fermezza le dicevo:
- Falla finita con queste cazzate e smettila di piagnucolare che abbiamo poco tempo! Fatti coraggio passami il gel e allarga le chiappe che ti ungo il buco così te lo ficcho dentro in un attimo. Prima ti sbrighi a prenderlo e prima ci spicciamo.
La poveretta si era dovuta rassegnare e, dopo le prime volte, ben sapendo quello che l'aspettava, andava sempre in giro con le bustine di gel ecografico nelle tasche per cercare di rendere meno dolorosa l’inculata.
Fino ...
... all’ultimo cercava di farmi desistere ma, incurante delle sue preghiere, la obbligavo a poggiare il busto sulla scrivania. Una volta messa a 90° le abbassavo pantaloni e perizoma e lubrificavo l’ano penetrandolo con due dita per prepararlo all’inculata. Senza darle tregua, ignorando i suoi “mi fai male” appuntavo la cappella sul buco e con decisi e violenti colpi di reni...
- AHIAAAAAAA,… AHIAAAAAAA,… AHIAAAAAAA!
Le infilavo tutto il cazzo nel sedere. Prima di iniziare a scoparla aspettavo che si calmasse rimanendo immobile a godermi le contrazioni dello sfintere. Non appena finiva di lamentarsi iniziavo a sodomizzarla facendola di nuovo soffrire. Non so quante volte le avrò fatto dire “sfilalo ti prego” e “non ne posso più sbrigati a venire”.
Nonostante il gel la facevo sempre piangere. L’ano sembrava non volersene fare una ragione; sebbene sverginato, si ostinava a non far entrare il cazzo; come l’ultimo giapponese non voleva arrendersi e continuava a contrarsi.
Spesso ero costretto a tapparle la bocca per non far sentire quello che stavamo combinando.
Mentre mi godevo il suo culo, se squillava il telefono, la costringevo a rispondere. Il più delle volte era la caposala che richiedeva la mia presenza in corsia. Senza smettere di inchiappettarla le facevo rispondere, con la voce rotta, che saremmo venuti immediatamente.
Per lei il momento peggiore era quando, poco prima di venire, aumentavo la potenza e la velocità dei colpi e nella foga capitava che il cazzo ...