Al car service
Data: 13/11/2019,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Amotuttodime, Fonte: Annunci69
L'auto sporca come dopo un lungo viaggio in autostrada, piena di moscerini spiaccicati sul vetro e fango e roba nera ...nera come il nero di seppia di ignota provenienza sui cerchi in lega!!!, chiedeva pietà da molto tempo ormai, così quella mattina, nonostante la pochissima voglia di aspettare almeno un'ora nell'autolavaggio, mi sono armata di libro, occhiali da sole, pazienza e coraggio e sono andata a lavare la macchina con mio marito. L'idea era quella di lavare l'auto e dirigerci poi al centro commerciale....cosa a me più gradita!!! Infatti è sempre lui a pulirla...
Per carattere sono molto irrequieta, ritardataria e quindi perdere un'ora del mio tempo in un autolavaggio finisce sempre per ultimo nell'elenco delle cose da fare.
Parcheggiamo l'auto nello spazio apposito e mentre mio marito accinge a lavarla, mi guardo un po' in giro per vedere dove posso accomodarmi ad aspettare e, quando vedo una panchina accogliente a poca distanza, mi ci accomodo con l'aria di chi, paziente, sa che dovrà attendere a lungo, si perché Fabio, questo è il suo nome è talmente pignolo che impiega fino a due ore a pulire l'auto!!!
All'autolavaggio con me ci sono altre due persone: un vecchietto pignolo che lustra, insieme agli addetti anche un po' infastiditi, la carrozzeria della sua Fiat 128 azzurra del 1970 appena uscita dalle spazzole rotanti del lavaggio, come se fosse un cimelio prezioso che ha oltrepassato il tempo e le guerre, ed un uomo molto interessante, dai corti capelli ...
... brizzolati, sulla cinquantina o poco meno, arrivato appena dopo di me, con l'aria di un manager in pausa pranzo che non riesce a staccare dal lavoro. Infatti è con il suo tablet, con un auricolare che gli penzola dal bavero della giacca dal taglio elegante ma leggermente sgualcita, e un altro nell'orecchio, e parla al telefono con aria irrequieta.
In silenzio li osservo incuriosita, nascosta dietro le lenti da sole e, mentre il vecchietto sale in macchina per controllare lo stato dei lavori sul suo bolide, il manager, che nel frattempo ha terminato la sua telefonata, mi si avvicina e mi chiede se mi dispiace se si accomoda anche lui sull'unica panchina disponibile per riposarsi un po'.
"Posso!!!" mi chiese, io prontamente risposi
"prego, si accomodi pure!!!" e gli faccio spazio spostando la mia enorme borsa traboccante di ogni tipo di cianfrusaglia.
Il suo profumo, ora che mi è vicino, mi entra nelle narici arrivando dritto al cervello. Ha un odore fantastico, eccitante, che sa di bosco e muschio e pepe. Mi inebria all'istante e quando, distrattamente, appoggio male la borsa sulle ginocchia facendola cadere aperta con tutto il suo contenuto per terra, lui sfodera un sorriso splendido e si accovaccia con me per aiutarmi a raccogliere rossetti, chiavi, libro, bigliettini vari e altri oggetti dimenticati da secoli nella borsa.
Arrossisco come un'adolescente mentre, entrambi seduti sui talloni davanti alla mia borsa rovinata al suolo, le nostre mani si sfiorano e i ...