1. Compito in classe di matematica 2 . ovvero: l’interrogazione in classe


    Data: 03/11/2019, Categorie: Etero Autore: mario40, Fonte: Annunci69

    Nell’intervallo delle lezioni, davanti al banco del bidello che vendeva fette di pizza, focaccia, panini, oltre a bibite e caffè, mi sentii chiamare. Era Sara.
    
    “Accostati un attimo, che ti debbo chiedere una cosa”.
    
    “Dimmi…”, risposi.
    
    “Il professore di matematica, che tu ben conosci…questa mattina, alla fine della lezione, mi ha pregato di chiederti in che giorni avrai il ciclo questo mese. Gli ho chiesto per quale motivo e lui, serio, mi ha risposto: per l’interrogazione in classe, non desidera più prendere un bel voto in matematica ? Enrica, cosa gli rispondo ?”.
    
    Il porco--- il caro porco ormai… per il 10 e lode di un compito in classe, consegnato in bianco e svolto nel pomeriggio, copiandolo da un foglio sulla scrivania dello studio a casa del professore, seduta accanto a lui, io nuda e lui con un accappatoio bianco. Copiavo il compito mentre lui, con una mano tra le cosce mi faceva un ditalino e io una sega.
    
    “Sara, un attimo, guardo nel mio diario”. Andai in classe, lo presi dalla cartella e lo aprii nel mese di Marzo. Dopo aver trovato l’annotazione tornai in corridoio da Sara. “Digli dal 21 al 27”, tra 5 o 6 giorni”,
    
    “Glielo dirò Enrica… ma tu ci vuoi andare ancora casa sua ? “,
    
    “Certo Sara… se no cosa mi serve aver preso quel 10 e lode se poi torno a prendere 4 nella migliore delle ipotesi, non ho ragione…?”,
    
    “Hai ragione Enrica. Riferirò, poi pensaci e dimmi cosa vuoi fare con i professori di latino e di greco”.
    
    “Certo…certo…ci penserò e te ...
    ... lo farò sapere Sara. Ciao, grazie”.
    
    Il primo di aprile Sara mi mandò un SMS: “Il professore mi ha chiesto di chiederti se puoi andare a casa sua domani pomeriggio alle 15,30. Sara”. Le risposi subito di si.
    
    L’indomani, alle tre e mezza in punto suonai alla porta del professore e come l’altra volta indossava un accappatoio. “Ciao cara! Entra”, mi esclamò abbracciandomi , ed essendo pochi centimetri più alto di me, nonostante la pancetta che aveva, non potei non sentire che lo aveva già duro e pronto.
    
    “Grazie professore…grazie Gerardo…stavi facendo una doccia…”.
    
    “Vieni Enrica, andiamo in salotto”
    
    e così dicendo mi prese una mano e me la pose sul duo sesso.
    
    “Senti com’è duro…senti che voglia ha di giocare con te… inginocchiati un attimo…”.
    
    Pressandomi le spalle con le mani mi fece inginocchiare ai suoi piedi con l’accappatoio aperto..
    
    “Da brava…fammi una sega….su…”.
    
    Glielo avvolsi con il palmo di una mano e incominciai a muoverla in su e in giù. “Accarezzami le palle…”
    
    Lo feci con il palmo della mano sinistra.
    
    Poco dopo mi disse “Alzati, girati…togliti la sottana…e le mutandine”.
    
    Obbedii, facendomi cadere a terra gonna e mutandine.
    
    Ero di spalle e sentii che mi metteva il suo sesso tra le cosce muovendole come se mi stesse scopando o inculando. Mi slacciò la camicetta e come l’altra volta me la tolse sfilandomela facendomi alzare le mani sopra la testa. Incominciò a accarezzarmi i seni, poi una mano la sentii coprirmi la vulva e le sue dita ...
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