Disegni sulla pelle e temporali fugaci
Data: 28/10/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Furbetta, Fonte: Annunci69
Un rombo invase improvviso lo spazio arso tra i capannoni che si succedevano ordinati come case a schiera lungo il vecchio porto commerciale. L’estate si era accanita su quel lembo di terra che andava dal molo all’inizio delle colline, in quella fascia lunga e stretta di porto che era diventata preziosa nei tempi passati per il commercio ed ora, abbandonata da lungo tempo, riacquistava vita, tra un locale alla moda e un recupero di ferraglie arrugginite.
Qui si poteva ancora vivere di quel ritmo poco accettato nella città bella, austera o antica, che dava accoglienza ad una moltitudine di visitatori e che solo in spazi ben nascosti si permetteva ancora di annusare, accarezzare, scappare dalla quotidianità della stretta di mano, ammettendo che l’animale, nella sua bellezza, si manifestasse ancora.
Ivo e Michela passeggiavano quasi timorosi su quella stretta fascia di vecchio asfalto dissestato. Si stavano allontanando da un locale oramai troppo conosciuto per raggiungere quel vecchio bar alla fine del molo, una volta anch’esso assaltato dai nottambuli, dove si poteva ancora trovare un tavolino libero, parlare senza fretta.
Il temporale li colse improvvisamente, e gli sguardi che prima vagavano cauti per evitare incontri coi tanti balordi che vivevano nei vecchi magazzini ora cercavano un riparo dagli scrosci di pioggia.
Michela, come sempre sfrontata, una volta trovata la pensilina sotto la quale proteggersi spinse col suo corpo Ivo addosso al muro screpolato, ...
... facendo sentire il suo seno caldo sul petto di lui, attraverso i due sottili strati di tessuto del quale erano vestiti.
“Sei famelica”
“No, sono puttana!”
Ad Ivo non era mai capitata una donna così luminosamente volgare, attenta a tutti i particolari della seduzione ma capace di spazzare via tutto con una sola parola, prorompente come quell’improvviso temporale. E lui non sapeva resistere nemmeno un secondo, il sesso gli diventava turgido, velocemente e quasi dolorosamente, e lei lo prendeva subito in bocca, ogni volta cercando di affondarlo in gola e quasi sempre desistendo con un “hai la cappella troppo grande!”, guardandolo negli occhi con un sorriso impertinente.
Ma quella volta gli disse solo “in culo!” più che un imperativo un grido di desiderio.
Lui le alzò le balze del vestito, prendendo tra le dita la parte del gioiello che sporgeva dall’ano per liberare quel morbido nascondiglio …
Come quando ci si ritrova scoperti da bambini! La sagoma della donna si stagliò in controluce giusto a nascondere il bagliore del lampione che preannunciava il vecchio bar.
Quanto tempo era passato da quando aveva smesso di piovere? I respiri affannati dall’eccitazione e dalla paura di Ivo e Michela lasciarono a malapena trapelare quello “scusate” timido ma argentino che proveniva dalla figura scura.
La voce della donna sciolse in un momento tutti gli interrogativi dei due amanti e Ivo scorse negli occhi di Michela un preoccupante bagliore che anticipava appena quel ...