Il ricatto proletario
Data: 24/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Michellerimini, Fonte: Annunci69
... immediatamente.
Ancora una volta, di mia iniziativa, colpa del mio fetisch per i bei piedi maschili, cominciai a leccarglieli.
Gli passavo la lingua tra le dita e gli succhiavo gli alluci alternatamente. I piedi erano un tantino umidi dopo l’estenuante giornata di lavoro. Ero in balia di quel maschio così grezzo e così bello.
-“Stenditi e continua a leccare!”.
Mi fece mettere in modo che il mio viso fosse ancora all’altezza dei suoi piedi e miei all’altezza del suo volto. Mi tolse scarpe e calzini e anche lui cominciò lo stesso trattamento. Mi sembrava di stare in paradiso.
Dopo un tempo che non saprei quantificare mi ordinò di fermarmi. Non opposi obiezioni. Mi ordinò di spagliarmi.
-“Completamente nudo?” Dissi, simulando un falso imbarazzo.
-“Ma certo bel tedeschino, dai! Nudo come un verme!”.
Mi denudai all’istante e anche lui fece altrettanto. Il suo corpo era ricoperto da folti peli e ciò aumentò in maniera esponenziale la mia eccitazione.
M’inginocchiai di nuovo convinto che volesse un’altra pompa, poiché il suo cazzo era tornato dritto, grande e possente.
-“Ehi chi cazzo ti ha detto di succhiarmelo?” Disse mentre ero vicino alla sua cappella. Si voltò, si mise a pecora sul divano e ordinò:
-“Leccami il culo!”
Esitai. Per quanto lo vedevo sodo e invitante, avrei voluto sincerarmi che fosse pulito.
-“E’ pulito?” Chiesi con un fil di voce. Si voltò di scatto, mi guardò intensamente e mi sputò in viso.
-“Coglione, non fare ...
... domande! Non sei nella posizione di obiettare niente o ti sputtano subito!”.
-“Ma…” tentai ancora, ma un altro sputo mi raggiunse proprio nell’occhio. Lo lasciai scorrere sulla guancia, giù fino al mento e poi cadde a terra. Si alzò, mi prese di forza e mi fece mettere a pecora sul divano. Le mie gambe erano aperte in modo osceno e il mio culo era in bella vista. Poi, d’improvviso, sentii la sua lingua esplorarmi le natiche. Mi leccava con veemenza, in maniera volgare. La sua lingua cercava di violare le difese del mio buchetto. Cominciai a gemere di piacere. Sentivo la sua barba sulle chiappe. Andò avanti per cinque minuti, poi si arrestò e disse:
-“Vedi che ti ho leccato il buco del culo? E non ti ho chiesto se fosse pulito. Muoviti o ti rovino!”.
Così dicendo, con forza mi fece distendere sul divano e senza troppi complimenti si sedette proprio sulla mia faccia. La mia eccitazione era tanta e m’impediva di pensare. Cominciai a leccare quel culo che il duro lavoro aveva reso irresistibilmente tosto. Non mi ponevo più il problema se fosse stato pulito o no. Il mio dovere, ora, era quello di leccarlo. Il suo peso mi era di ostacolo, ma non riuscivo a lamentarmi. Si muoveva strisciandomi le chiappe da su in giù in una danza volgare ma bellissima. Sentivo le sue palle calde adagiarsi sul mio mento. Gemeva anche lui, il porco, e ogni tanto si lasciava andare a qualche insulto che il piacere rendeva poco più di un sussurro.
-“Dai frocetto tedesco… lecca il mio culo. Brava.. ...