1. In vacanza, in spiaggia, leggo un libro (part 2)


    Data: 22/09/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: tamerlano_, Fonte: Annunci69

    […] Ripercorro, tra me e me, la rivoluzione copernicana che mi ha sconquassata dentro nell’ultima ora.
    
    Sono arrivata in spiaggia che ero una ragazza noiosamente ordinaria, al limite della frigidità (a detta di alcuni), praticamente una secchiona che per tutta la vita ha snobbato il piacere.
    
    In un’ora, una sola ora, ho implorato uno sconosciuto, poco più che un ragazzino, di scoparmi il culo, nascosti dietro uno scoglio a pochi passi dalla folla. Ed ora sto seguendo il padre di quel ragazzo dietro le dune, dopo un suo cenno che in realtà potrebbe essere anche soltanto un’impellenza fisiologica dovuta all’età ed alla troppa birra.
    
    E con pochissime possibilità che almeno una decina di persone non abbiano notato lo strano tempismo della mia passeggiata.
    
    La sabbia scotta e per un attimo mi fa dimenticare il bollore del mio sangue.
    
    Giunta in prossimità di una pineta, mentre cammino ancora incredula, sento un dolore sotto la pianta del piede. Scruto gli alberi. Mi sento osservata. Mi osservo anche io: sono accovacciata scompostamente a gambe divaricate mentre cerco di sradicare una spina minuscola (forse inesistente) dal mio piede.
    
    Mi rendo conto di essere molto più rilassata del solito riguardo al vecchio tabù della compostezza.
    
    In qualche modo, farmi scopare da uno sconosciuto in mare sembra aver sciolto alcuni legacci del mio cervello che mi trattenevano dallo sporgere troppo il sedere o dall’inarcare troppo la schiena o dal concedere ai miei capezzoli un ...
    ... vero spazio vitale.
    
    Sento un rumore provenire dagli alberi. SONO osservata.
    
    Forse è lui.
    
    Fingo di cercare la spina, divarico di più le gambe. Il sudore scivola dalla clavicola sul mio petto, si inabissa tra i miei seni.
    
    Mi alzo, ricompongo slip e reggiseno, raggiungo gli alberi, ma non vi trovo nessuno.
    
    Allora decido di camminare un po’.
    
    E se fosse tutto frutto della mia immaginazione? Che scena patetica!
    
    Mi fermo vicino ad un albero, vi poggio una mano e mi guardo attorno.
    
    È a quel punto che sento di nuovo dei passi avvicinarsi dietro di me. Mi pietrifico, fingo di non essermene accorta, finché il suo respiro non si infrange contro la mia pelle. È tabacco, forse alcol, ma non recenti, sembrano accumuli di fumate e bevute che hanno cristallizzato quegli odori trasformandoli in qualcosa di non spiacevole, ma decisamente forte.
    
    “Signorina, si è persa?”.
    
    È più vicino di quanto sarebbe opportuno o educato. La corteccia delle sue dita striscia contro quella dell’albero.
    
    “Tutto bene, grazie”, ma non mi volto, non ne ho il coraggio, mi leggerebbe dentro con uno sguardo.
    
    Le cortecce scricchiolano ancora.
    
    “Ma sembra che lei stia cercando qualcosa”.
    
    Sento il suo fiato vicino al mio collo, mi sovrasta di almeno 10 centimetri. Da quell’altezza sembrerò un fuscello esposto alle intemperie del mio spirito. Il mio collo è indifeso come miele senza api.
    
    Lancio lo sguardo oltre la mia spalla quanto basta per rispondere cortesemente con un sorriso ...
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