Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (21) - Racconti Erotici

Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (21)

... Ormai vivevo in quell’universo di depravazione in cui Mia era precipitata facendo aumentare in me la voglia di possederla. Ma ormai non restava più nulla di mia moglie e la conferma la ebbi nel sentirla rispondere a Jamaal.

“Il mio padrone ed il mio mac” gli rispose con un filo di voce.

Impensabile che fossimo arrivati a quel punto.

“Ti ho fatto venire perché potessi capire meglio che razza di troia sia diventata tua moglie – mi apostrofò senza alcun riguardo Jamaal – tua moglie ormai mi appartiene per tutto il tempo che vorrò, forse per sempre. Quando sarai ritornato in Italia saprai che tua moglie è restata qua a battere per me.”

Mi sentivo mancare, cosa avrebbe potuto chiederle ancora, non poteva essere vero ma non trovai nulla per oppormi ad una scelta che avevo fatto con Mia consenziente. Ora non era più la mia mogliettina, ma solo la puttana di Jamaal.

Della nostra vacanza di alcuni giorni ora Mia era passata ad un soggiorno forzato a Parigi in cui da elegante ed integerrima mogliettina avrebbe, anzi da quello che aveva fatto in quel cinema, stava iniziando la sua nuova vita.

“Vostra moglie aveva bisogno di essere guidata educata ed il fatto che voi me l’abbiate portata qui è la prova che volevate che mi appartenesse. Quando vi concederò di riportarla in Italia avrete modo di vedere come sarà stata trasformata ma soprattutto si sarà abituata alla sua nuova condizione,sarà una puttana e basta anche nel suo rispettabile ambiente di seria ...

... professoressa”.

Lui la guardò “non è forse vero?”

Mia abbassò la testa. Jamaal continuò “e per ricordarti chi eri d’ora in avanti ti farai chiamare prof Salope”

“E sono convinto che ti piaccia vero?”

Mia abbassò lo sguardo senza rispondere.

“Il tuo nuovo nome si adatta perfettamente perché fare la puttana ti eccita e ti pace più di quanto ti piaccia fare la professoressa?”

Mia non seppe dare nessuna risposta, al momento balbettò qualcosa di incomprensibile come “no…non saprei…. Credo che forse ...”

Pensai che potesse aver capito a cosa l’avrebbe portata il perseverare su quella strada. Jamaal calmo ma deciso le pose un out-out secco “voglio una risposta, o si o no?”

Mia con un filo di voce capitolò e sbiascicando un si convinto.

“E’ la prima volta che ti prostituisci realmente?”

Mia sembrava inebetita come se fosse intimorita eppure rispose a Jamaal con un “si” più sommesso.

“Vuoi veramente continuare e diventare una delle mie puttane?”

Abbassò il capo distogliendo lo sguardo da me :“Si padrone, ma vi prego non rovinatemi la reputazione quando tornerò a casa”.

Sembrava essere ritornata a rendersi conto di cosa avrebbe potuto significare ritornare a vivere in Italia facendo sapere a tutti quello che aveva fatto in quei giorni.

Jamaal le si avvicinò le aprì le manette.

“Hai obbedito a tutto quello che ti ho chiesto finora, accettando di andare in giro abbigliata peggio della più squallida puttana, senza esitare ti sei lasciata palpare ed usare come ...