LA CAMPIONESSA DI TENNIS
Data: 19/09/2019,
Categorie:
Lesbo
Autore: Anna68, Fonte: RaccontiMilu
... -Andiamo a fare la doccia? -Sì, certo. Borsa in spalla, lasciammo il campo, conversando amabilmente. Gli spogliatoi erano deserti, ma Dalila si premurò di chiudere la porta a chiave. Lo stanzone era ampio, bene illuminato, profumato. -Mmmm….non vedo l’ora di mettermi sotto la doccia….faceva un gran caldo – disse Dalila. Si tolse la maglietta, liberando due seni grandi, floridi, opulenti. Le curve erano così perfette che sembravano essere state tratteggiate dalla matita di un grande artista; le aureole di color marrone erano larghe e invitanti; due capezzoli grossi spuntavano sulla sommità come una ciliegina sulla torta. Quella visione ebbe il potere di scioccarmi; Dalila aveva il corpo di una venere. Dovetti distogliere lo sguardo per nascondere il mio imbarazzo. Cosa mi turbava? La vergogna, di sicuro. Io non ero così bella. Dalila scomparì sotto la doccia, il rumore del gettito dell’acqua mi riscosse. Mi spogliai anch’io e mi misi sotto la doccia. Quell’inspiegabile turbamento andava affievolendosi, ma il viso bruciava di un calore particolare e la fatica spesa sul campo da tennis non c’entrava; il battito del cuore aveva preso un ritmo accelerato. Cercai di rilassarmi il più possibile, lasciandomi andare al piacere dell’acqua fresca. Uscii dalla doccia contemporaneamente a Dalila e per un attimo fummo nude, l’una di fronte all’altra. Per me fu una specie di nuovo shock che mi mozzò il respiro; lei mi fissò senza dirmi nulla. Il suo sguardo su di me, però, l’avevo notato, ...
... era stato ricco di compiacenza. Cosa stava succedendo? Ci avvolgemmo negli asciugamani. L’atmosfera allegra, spensierata, goliardica di poco prima si era dissolta; nello stanzone era calato un silenzio strano. Mi sedetti su una panca, Dalila, in piedi davanti a me, mi volgeva le spalle. Non volevo guardarla, la sua vista mi agitava. Facendo uno sforzo immane, girai la testa per sbirciarla di sott’occhio. Apparentemente stava finendo di asciugarsi, sì, ma in realtà era ferma con l’asciugamano avvolto intorno alla vita. Come se stesse meditando su qualcosa, o che stesse per prendere una decisione sofferta. Ad un certo punto lasciò cadere l’asciugamano e rivelò un sedere magnifico, con le natiche tese e compatte. Voltai subito lo sguardo, piena di vergogna. Cosa MI stava succedendo? Quando trovai il coraggio di voltarmi di nuovo, Dalila stava ancora in piedi con l’asciugamano nuovamente legato intorno al corpo. La sua espressione, da perplessa o dubbiosa; si era fatta sicura e sorridente. -Tutto bene, Anna? -Sì, sì, certo…. Mi accorsi di balbettare. -Ti posso chiedere un favore? -Sì, naturalmente… Mi accorsi che le tempie pulsare forte. -Mi spalmeresti un po’ di pomata sulle spalle? Sai, è antinfiammatoria per muscoli e tendini. -Certo. Avevo dato una risposta meccanica, quasi non sentivo la mia voce e un po’ mi spaventai. Mi sforzai di riprendere il controllo; in fondo, non c’era niente per cui agitarsi. Dalila si scoprì le spalle e si tirò su i capelli. Mi arrivò prepotente ...