L'amore di una spia 5/5
Data: 15/03/2018,
Categorie:
Sentimentali
Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti
... te". E naturalmente anche i suoi richiami ai convegni amorosi, gli urletti argentini dei suoi orgasmi.
Torna nel salone e tira la stola completamente fuori dalla busta. C'è anche la sua catenina d'oro, rimasta impigliata nell'etichetta "made in Singapore". La stacca delicatamente. Si chiede se avrà mai più la forza di portarla.
No, un momento.
Singapore. Le fotografie dei negozi nello studio di Penelope. New York, Los Angeles, Londra, Pechino, certo. Ma anche Dubai, Panama e da poco Singapore. Passi per Dubai, ma... Panama? Dubai, Panama, Singapore. Tre paradisi fiscali, tre posti in cui i banchieri non fanno molte domande, in cui si possono tenere conti cifrati. In cui soprattutto nessuno va ad indagare a meno che non abbia proprio un buon motivo.
E poi la stola, la catenina. "Bashaar non me le ha mai viste addosso, quella sera a casa di Penelope la stola me l'ero già tolta e la catenina non l'avevo. Invece chi ha sparato a Valentina l'ha scambiata per me. E adesso che ci penso c'è anche quell'altra cosetta...". Annalisa prende il cordless di casa e compone un numero, con l'altra mano traffica sul suo iPhone. "Momo? Ho poco tempo. No, non sto per nulla bene ma lascia perdere, senti qui: perché non capisco un cazzo?". Fa partire il video di Penelope che scopa con i due ragazzi, che ci parla, li incita. Dall'altra parte c'è il suo vecchio insegnante di arabo, non si scandalizzerà di certo visto che è stato proprio lui a insegnarle a dire cose tipo "vienimi in ...
... faccia" e "inculami" in quella lingua. "Non capisci perché è un dialetto siriano, ma chi è questa puttana?". "Una puttana, appunto. Grazie Momo, ci si vede". Tre indizi non faranno una prova - dice tra sé e sé Annalisa - ma a me bastano e avanzano.
Termica nera sotto un giubbotto di pelle nero. Leggings neri, sneakers nere, zainetto nero. A mezzanotte è così che Annalisa si affaccia sul pianerottolo di casa sua. A montare la guardia ci sono Michele e Alessandro. Due tipi svegli, bene. "Cazzo, capo...", scatta in piedi Michele. Annalisa gli fa cenno di stare tranquillo. "Ho telefonato al garage, andate lì e prendete il van attrezzato. Tenete d'occhio il computer e se arriva una mail dai nostri smanettoni giratemela. Vi ho mandato un indirizzo per WhatsApp, tra mezzora lì".
Arrivare sul terrazzo dell'attico di Penelope è uno scherzo. Tagliare i doppi vetri delle finestre senza fare rumore un po' meno, ma all'una meno cinque Annalisa è in quello che dovrebbe essere il salotto dell'appartamento. Non conosce l'ambiente, deve orientarsi. Prima però meglio togliersi le scarpe. Da qualche parte arrivano le grida di una donna. "Cazzo, è in casa e si sta pure divertendo", pensa Annalisa. Tende l'orecchio e inquadra meglio la situazione: le grida ogni tanto diventano mugolii soffocati, colpi di tosse, ritornano mugolii. Una voce maschile e il rumore delle carni che sbattono. "Ma sta troia se li fa sempre due alla volta?", si domanda Annalisa. In ogni caso meglio così, probabilmente ...