La tesi, 2 - il gioco continua
Data: 15/09/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Calidamanus, Fonte: Annunci69
... replico dal mio divano.
Lo osservo quindi mentre di spalle inizia a spogliarsi e a mettersi le (poche) cose che gli ho preparato. Resta in mutande e apprezzo la sua scelta, degli slip grigi forse appena un po' stretti, il cui elastico penetra nella carne paffuta del sederino cui tra non molto mi dedicherò.
Indossa ora gli effetti che ho scelto per lui: lunghe calze bianche al ginocchio, una maglietta corta azzurro pastello che gli lascia un po' scoperto l'ombelico, per finire con dei calzoncini blu corti, molto corti, che arrivano appena all'inizio delle cosce.
Sono elasticizzati e, quando si gira verso di me col volto già in fiamme, lasciano intravedere l'eccitazione della sua verga, che, pur nelle sue medie dimensioni, sporge verso l'esterno.
“Buon lavoro, non metterci troppo” dico sorridendo, lasciandolo alla libreria.
Comincia a lavorare allo scaffale più in alto: lo sgabello che gli ho messo a disposizione non è del tutto sufficiente. Si mette così sulle punte, e ammiro la linea dei polpacci evidenziata dalle calze bianche, poi le cosce con appena un po' di peluria accennata.
Passa con impegno il piumino sullo scaffale, nella concentrazione la punta della lingua esce dall'angolo di quella sua bocca a cuoricino.
Devo con garbo sistemare a mia volta il mio pene, eccitato dall'improvvisato domestico.
Quando si rivolge allo scaffale in basso, si mette sulle ginocchia: il movimento fa sì che i calzoncini si alzino leggermente. Corti e aderenti come ...
... sono, scoprono irrimediabilmente non solo la parte alta della coscia, anche parte del candido culetto.
Intravedo gli slip e sorseggio compiaciuto un martini.
Ogni tanto, per fargli capire che lo osservo, faccio qualche commento per sgridarlo se rallenta, ammonendolo a non metterci tutta la sera.
So dove voglio arrivare, ma non so ancora come.
A quanto pare, ci pensa la sorte, o forse Alessandro: proprio mentre mi sono distratto un attimo, vengo bruscamente richiamato alla realtà da un rumore. I cocci di un vaso ora infranto sono sparsi sul pavimento sotto la libreria: un'inutile suppellettile fornirà il pretesto che mi serviva.
“Alessandro! Sei stato tu?” chiedo con tono incredulo.
“Io.. sì, professore, mi spiace tanto. Non so proprio come...”.
“Lo so io! Non stai attento alle cose che fai, non ti concentri! Vorrei proprio sapere il perché, immagino che rispettare le proprietà altrui per te sia irrilevante, vero?”.
“No, no, è che per sbaglio...”
“Chi rompe paga, avrai sentito il proverbio”, taglio corto. “Vieni subito qui” decreto infine.
Lui cammina verso di me con aria contrita, sta perfettamente nella parte.
Me lo metto subito sulle ginocchia e gli abbasso i pantaloncini.
Mi sporgo a prendere una delle mie pantofole e comincio a darmi da fare.
SLAP! SLAP! SLAP!
“La mancanza di riguardo per i beni altrui è totalmente inaccettabile”.
SLAP! SLAP! SLAP!
“Pensavo volessi dimostrarmi rispetto, non sfasciarmi la casa!”.
SLAP! SLAP! ...