1. le mie prime volte - 1 - spogliata


    Data: 14/09/2019, Categorie: Prime Esperienze Tabù Trans Autore: evablu, Fonte: xHamster

    ... aderente com'era, faceva risaltare le mie piccole ma acerbe forme: il contatto delle sue mani con la mia carne non lo avevo preso in considerazione; finché avevamo i vestiti indosso era come se non succedesse nulla, poi si scendeva sempre di più verso quello che ritenevo il precipizio.
    
    Il tanto temuto punto di non ritorno.
    
    - Aspetta.
    
    Schizzai in piedi e il movimento brusco mi tirò un brutto scherzo, perché, per quanto fosse modesto, per le dimensioni più che per l'eccitazione, il gonfiore del pube sui pantaloni attillati mi costrinse a piegarmi goffamente. Lui non ebbe pietà.
    
    - Signorina, si direbbe che ti sia piaciuto - disse crudelmente, puntando lo sguardo verso il mio inguine.
    
    Tornai a sedermi, anzi mi sfasciai proprio sulla sedia. E lui, incattivito dal timore del mio millesimo rifiuto, non mi perdonava più niente.
    
    - Anche a me è venuto duro - disse prendendomi ruvidamente il polso della mano destra - e ora che facciamo? - e mi portò la mano sul suo coso gonfio e sodo.
    
    - Cazzo! - mi scappò.
    
    - Lo puoi dire forte! - e mentre io ci tenevo sopra la mano, assaporandolo con un tocco voglioso, percorrendo col palmo la lunghezza della carne dura a stento trattenuta dai jeans, lui fece per tirarsi giù la lampo.
    
    - No!
    
    Schizzai di nuovo in piedi, feci due passi e misi fra me e lui la sedia.
    
    - Ma mi spieghi perché?
    
    E cosa c'era da spiegare, cosa c'era, cosa c'era, cosa dovevo spiegargli? Non risposi ma mi venne un'altra idea geniale: dovevo ...
    ... allontanare ancora, per quanto possibile, il precipizio.
    
    - Vieni - gli dissi e lo presi dolcemente per mano, lui si lasciò condurre e mi misi dietro di lui, lui accettò il gioco e mi consentì di appoggiargli il mio gonfiore piccino fra i glutei. Pochi secondi: 20, 15, forse solo 10. Comunque un'inezia.
    
    - Ora tu a me - sussurrai e invertii le parti, io mi misi davanti a lui, offrendogli letteralmente, sia pure con tutti i vestiti addosso, il culo. Lui non se lo fece dire due volte, si piazzò dietro di me, nel silenzio della mia stanza avvolta dal tepore di quel pomeriggio di autunno in cui io e Giovanni stavamo perdendo l'innocenza e scoprendo l'amore, sì, l'amore insostenibile che sentivo per lui. Fu dolce e delicato, mi prese per i fianchi e iniziò a muoversi piano dietro di me, premendo il gonfiore del suo pene tra la morbidezza del mio culetto e spingendo con colpi lenti ma decisi, mimando l'amplesso e dandomi la stupenda sensazione di ricevere dentro di me il membro del mio amore.
    
    Con le mani poi si spostò: una me la mise sul pistolino, indovinandone il contorno piccolo, acerbo ma eccitato, l'altra sulle mammelline naturali, le
    
    minne
    
    , le chiamava lui, che avevo dolci e rosee e che avevo massaggiato mille volte pensando a lui, ma ora avevo l'originale delle sue mani, che le palpeggiavano senza ritegno. Di nuovo quella sensazione di appagamento, di benessere.
    
    Non avevo riaffibbiato i due bottoncini che prima lui era riuscito furtivamente ad aprire. Sentii che ...