1. le mie prime volte - 1 - spogliata


    Data: 14/09/2019, Categorie: Prime Esperienze Tabù Trans Autore: evablu, Fonte: xHamster

    ... decina di secondi, poi sentii una mano che, furtiva, si poggiava sulla mia mammella, credo la sinistra. Contrariamente a quanto avveniva di solito, stavolta io feci finta di niente: non lo respinsi, non lo rimproverai, non dissi completamente niente e continuai a fare quel che stavo facendo, a cercare non so cosa in quel benedetto bicchiere e poiché non ci riuscivo - ma a trovare che? - decisi di cercare con entrambe le mani, sollevando così ancora di più il bacino dalla sedia. Immediatamente, l'altra sua mano scivolò sul mio sedere, esattamente nel solco tra i glutei.
    
    Nemmeno stavolta dissi nulla: le inutili parole che troppe volte avevano represso i nostri desideri mi rimasero soffocate in gola; avevo negli occhi l'immagine di lui che sedeva accanto a Marisa, di Marisa che lo guardava negli occhi e lo accarezzava e allora continuai a cercare nevroticamente nel bicchiere, mentre lui mi palpeggiava in maniera adorabile prima una, poi l'altra tetta, premendole con enorme delicatezza e roteando dolcemente, con un movimento appena percettibile, la mano destra aperta e capace di trasmettermi una deliziosa sensazione di calore. Contemporaneamente la mano sinistra si era impadronita del mio culetto e, senza opposizione alcuna da parte mia, mi stava esplorando liberamente il fondoschiena, spingendo in alto prima solo il medio, poi anche l'anulare, e insinuandoli esattamente all'altezza del buchino. La pressione lì sotto all'inizio mi diede un tantino di fastidio, così come ...
    ... era accaduto le tante altre volte che lui o altri mi avevano palpato il sedere; poi però cominciò a piacermi, a piacermi veramente tanto: mi dava una sensazione di benessere mai provata prima, come se le sue dita porcelle mi fossero indispensabili per stare bene e come se quel doppio, contemporaneo palpeggiamento di tette e culo fossero la fonte di un piacere che avevo sempre rifiutato e nemmeno io sapevo bene perché.
    
    Non so dire quanto durò. Avevo smesso di rovistare inutilmente nel bicchiere, ma stavo sempre in una innaturale posizione obliqua su di lui, i gomiti poggiati sul piano del tavolo, la schiena e le spalle appoggiate sul suo petto rassicurante, le mie tenere mammelle confortate dal morbido e sensuale tocco di una sua mano, il mio culetto appagato da quelle dita che si spingevano delicatamente verso su: era lui che comandava il gioco e quando feci per staccarmi mi trattenne, in quel silenzio bollente che era calato su di noi, rotto solo dall'ansimare lieve del suo fiato sul mio collo e dal gemere della mia anima turbata, ma realizzata dalle carezze del ragazzo che amavo.
    
    No, davvero non so dire quanto durò: a me parve un'eternità ma saranno stati due, massimo tre minuti di muto trasporto, di stupenda passione, di complice e reciproca partecipazione. Mi riebbi tutto assieme, da quello stato di trance, quando mi accorsi che era riuscito, senza farmelo capire, a sfibbiarmi i primi due bottoncini della deliziosa camicetta bianca che indossavo quel giorno e che, ...