1. Il giocattolo


    Data: 13/09/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: cpromagnolamatura, Fonte: Annunci69

    ... tuo sguardo come persona interessata). Nel mio caso il locale si trovava a Ravenna e già dal nome, “Malizia” si capiva che era un esercizio particolare, ma poi, se proprio eri tonto e ti soffermavi di fronte alla vetrina, molto piccola ma stile boudoir, con in mostra delle biancheria peccaminosa, rigorosamente nera, capivi immediatamente il tipo di negozio. Partiamo da quel momento fatidico in cui, preso il coraggio a due mani, nell’indifferenza di una strada momentaneamente deserta, spinsi il battente e me lo chiusi alle spalle. Ci avevo riflettuto da molto tempo, ero sposato con Anna da un paio di anni e il primo figlio già da 14 mesi si aggirava per il nostro appartamento ed ero determinato dare un segnale a mia moglie, sempre molto presa dal figlio e dal lavoro, per cercare di ristabilire una intesa sessuale decisamente in difficoltà.
    
    All’interno, poco illuminato non c’era nessuno ad accogliermi per cui avvicinandomi al banco vidi che c’era uno di quei campanelli di portone da suonare per attirare l’attenzione. Un paio di “dindon” ed ecco che dalla scala a chiocciola scende un uomo di una certa età (per me all’epoca quelli di 50 anni erano già anziani..) che mi chiede cosa voglio. Gli risposi che ero interessato all’acquisto di un vibratore…”per mia moglie” (lo precisai subito che era per Anna, che non si credesse chissà cosa!). Non so se lo facesse davvero, ma ebbi quasi l’impressione che mi vedesse per la prima volta, perché mi squadrò come per sincerarsi che non ...
    ... lo prendessi in guro. Superato l’esame mi indicò la scala a chiocciola in fondo allocale dicendo di salire al piano di sopra, perché lì c’erano i giocattoli. Breve ringraziamento e mi avviai al piano di sopra, guardando di sottecchi le vetrine interne illuminate con dentro ogni sorta di biancheria sexy. Salite le scale mi trovai in un ambiente molto luminoso, anche perché le finestre si aprivano proprio sulla strada da cui ero entrato, e ad accogliermi c’era una signora, vestita elegante, ma a parte lo scollo a V da cui si potevano ammirare due bei seni stretti nel reggiseno, vestiva molto casta. La signora mi accolse quindi con un bel sorriso e sentendo il mio ordine tirò fuori da un cassetto duo o tre vibratori. All’epoca erano rigidi, di solito bianchi o metallici, a forma di cilindro con una estremità arrotondata e dei solchi o venature per tutta la lunghezza, mentre dalla parte opposta c’era l’alloggio per le pile (si usavano quelle intermedie) che si infilavano come in una torcia. La signora quindi prese un vibratore in mano e ruotando l’estremità me lo fece vedere acceso. Ovviamente la vibrazione variava solo per l’intensità con cui si ruotava il pomello ed emetteva un rumore di sottofondo tipicamente da motorino elettrico. Nel mostrarmi il giocattolo lo teneva sul palmo della mano sinistra e lo muoveva su è giù con la destra e nel far questo mi ricordo che mi guardava spesso direttamente negli occhi, illustrandomi, per l’appunto la profondità dei solchi, la smussatura ...