Il giocattolo
Data: 13/09/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: cpromagnolamatura, Fonte: Annunci69
Per quanti come me ed Anna nati a cavallo tra gli anni 50 e i 60 i così detti sex toys sono sempre stati un qualcosa di poco noto ed avvolto da un’aurea di peccato. Non che non si sapesse cosa fossero, ma la loro commercializzazione non era certo diffusa e insomma i sex toys di allora probabilmente o erano un retaggio delle classi più ricche, specialmente quelle che stando in città avevano anche più scambi con il mondo esterno, oppure erano oggetti non certo nati per quello scopo, ma facilmente adattabili. L’evoluzione tecnologica è stata poi così rapida che senza accorgercene ci siamo trovati pieni di gadgets tecnologici, a partire dai telefonici (vi ricordate i primi Motorola o quelli della Martin Dawes?) compresi quelli per dare piacere. Vi ho già detto delle cineprese VHS e, ancor prima degli 8mm e super 8, preferiti dai nostri genitori, con la scusa del filmino di famiglia, della gita in montagna o al mare, anche per riprese più intime sia nelle proprie camere da letto che di quelle altrui. Un altro ricordo erano i calendarietti profumati del barbiere, che sottraevamo di nascosto dal comodino dei nostri padri, per guardarci in santa pace le donnine nude e poi successivamente i cataloghi Postal Market, nel reparto della biancheria intima, che all’epoca ancora non chiamavamo alla francese (Lingerie). Credo che in diversi sessantenni si riconosceranno in questo spaccato di ricordi ma sarebbe interessante quale sia stato il loro approccio con i mitici vibratori in ...
... bachelite bianca che si cominciarono a trovare dopo la metà degli anni ’80. Già ci sarebbe da dire che per chi come me abitava in un paese di provincia il solo fatto di andare a comprare i preservativi in farmacia era un problema e se trovavi il farmacista un po’ stronzo, quello era capace di chiamare la commessa ad alta voce chiedendo di portargli una scatola di profilattici per il ragazzo. In quell’istante non avresti voluto essere lì, perché tutti gli sguardi dei presenti si concentravano su di te: alcuni sogghignanti (di solito i mariti o i maschi presenti), altri di disapprovazione (perché era evidente che eri giovane e non ancora sposato!). Da sposato non è che le cose cambiassero molto, anche se mostrare la mano sinistra con finta nonchalance era un modo per dire indirettamente al farmacista e ai presenti di farsi i cazzi loro, perché li compravo per fare legittimamente sesso con mia moglie. Per fortuna adesso si trovano nei supermercati e quindi, senza per forza doverli mettere in bella mostra nel carrello, uno può di suo essere decisamente più discreto. Provate ad immaginare adesso l’imbarazzo di entrare in uno dei primi templi del peccato, cioè in un sexy shop…tremendo: già prima di entrare e di darsi coraggio uno faceva diversi passaggi davanti alla porta di ingresso per entrare senza essere visto da alcuno, ma inevitabilmente c’era sempre qualcuno che passava e quindi, facendo finta di nulla, neppure guardando verso la vetrina (non volesse mai che si interpretasse questo ...