1. Il monco


    Data: 14/03/2018, Categorie: Etero Autore: stinf, Fonte: Annunci69

    CAPITOLO 26
    
    Tanti anni fa il parco del Valentino a Torino era un ritrovo per le famiglie che alla sera facevano una passeggiata in tutta tranquillità, c’erano diversi locali e una fontana luminosa, poi passata una certa ora era un luogo dove le coppie potevano appartarsi, e i guardoni avevano di che divertirsi stando nascosti e cercando di non disturbare, poi col passare degli anni le cose sono cambiate… in peggio, adesso è pieno di immigrati che spacciano e non è molto salutare andare lì di sera.
    
    Era un venerdì sera, tornavo dalla collina, dove ero andata a trovare la solita coppia di amici anziani, ero tornata con Carmen ma quella sera avevo voglia di cazzo e di un po’ di adrenalina, così mi sono fermata al Valentino nel parcheggio di corso Moncalieri dove ci sono i vigili, era passata da un po’ la mezzanotte e iniziava a fare caldo, dopo un quarto d’ora che ero lì ferma e non vedevo nessuno ho tirato un po’ giù i finestrini per far entrare aria fresca in macchina. Ero vestita con una camicetta e un gonnellino e nient’altro. La camicetta era sbottonata in modo che si vedessero abbastanza i seni, mi sono tirata su il gonnellino e mi sono toccata la figa, era rasata di fresco, la pelle era liscia, ho infilato un dito tra le grandi labbra e sono arrivata al clitoride, era turgido e voglioso, me lo sono massaggiato un po’ mentre guardavo in giro, e pensavo a chi avrei incontrato quella sera, la mia mente correva e il mio cuore aveva aumentato le pulsazioni, mi sono ...
    ... presa un capezzolo tra le dita e l’ho pizzicato forte, mentre il dito che avevo tra le grandi labbra scorreva dal clitoride al buco della vagina, me lo sono infilato tutto dentro facendolo andare su e giù, poi sono tornata al clitoride e l’ho massaggiato con forza, ho chiuso gli occhi e mi sono masturbata per bene raggiungendo l’orgasmo e quando sono stata al culmine mi sono infilata due dita in figa mi sono pompata un po’ e sono partita.
    
    Sono rimasta con gli occhi chiusi a godermi gli ultimi istanti di piacere, poi li ho riaperti e con mia grande sorpresa mi sono accorta che vicino alla mia macchina c’era un uomo che si menava il cazzo, lentamente mi sono ricomposta, lui si è avvicinato sempre con il cazzo in mano, era un uomo sulla cinquantina coi baffetti, magrolino, si menava il cazzo con la sinistra e teneva in tasca la mano destra.
    
    _ “Se ti serve un cazzo io ce l’ho pronto”.
    
    _ “Grazie ma ho appena fatto da sola”.
    
    A questa mia risposta ci siamo messi a ridere e lui a malincuore ha rinfoderato il suo arnese e poi si è appoggiato alla macchina con la mano sinistra e ha tirato fuori dalla tasca l’altro braccio che era senza la mano, il braccio finiva un po’ prima del polso con un sottile moncherino. Lui ha visto la mia sorpresa e mi ha subito detto:
    
    _ “Se non ti basta il mio cazzo, con questo ti faccio impazzire”.
    
    _ “E’ troppo grosso per la mia patata”.
    
    _ “In tante mi hanno risposto così ma poi hanno voluto provarlo”.
    
    Beh devo dire che il mio pensiero è ...
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