1. Elle, amante calda


    Data: 18/08/2019, Categorie: Etero Autore: laura m, Fonte: EroticiRacconti

    ... parentesi, alcune brevi o brevissime, altre un po’ più lunghe. In tal modo conobbi Carla, Loretta, Bonaria, Giuli, Anna, Imma, Velia, Liliana. Velia e Giuli, di cui ho parlato in modo più o meno velato in due raccontini, meriterebbero la dedica di qualche pagina.
    
    Così, variavamo i nostri incontri che, per necessità, erano alquanto ripetitivi. Si arrivava sul posto ognuno con la sua auto, lei scendeva dalla sua e veniva nella mia. Io intanto avevo preparato i sedili in modo da avere un po’ di spazio in più. Lei si sedeva e cominciavamo a parlare del più e del meno, di cosa avevamo fatto ecc. ecc.; dopo un po’ lei mi chiedeva: «Cosa mi hai portato? Cosa mi fai vedere?». Allora io mi toglievo pantaloni e mutande, lo prendevo in mano e le mostravo quel che le avevo portato ancora mezzo moscio. Lei lo prendeva in mano, lo leccava e quando era diventato quasi duro lo ingoiava. No, in verità non lo ingoiava, lo teneva racchiuso dentro la mano portandosi in bocca solo la parte superiore. Aveva la bocca piccola che non poteva contenere troppo. Quando riteneva che tutto fosse pronto, si toglieva gli slip e si metteva a cavalcioni sulle mie gambe. A volte non facevo in tempo a metterle una mano sulla fica, che lei si era già accovacciata e si faceva penetrare lentamente. Poi, dopo essersi fermata un po’ sul mio membro, cominciava a muoversi piano piano e poi sempre più veloce. Mi assaporava tutto, mi godeva tutto, fino ad avere il primo orgasmo. Si metteva una mano sulla bocca per ...
    ... impedirsi di urlare … «Oh dio dio dio, oh dio dio dio …» questo era il suo grido di giubilo. Mi guardava con gli occhi di chi vuole ringraziarti e non trova le parole. Dopo l’orgasmo, il suo viso diventava bellissimo, come quello di una ragazzina di undici o dodici anni, era di una bellezza adolescenziale da farmi commuovere. Ma durava poco. Mi guardava e intanto teneva le cosce aperte, le vedevo la fica gonfia di piacere, con tutti i peli intorno bagnati dai suoi umori. Se la toccava, si masturbava … «Masturbati anche tu» mi diceva. Così una davanti all’altro ci masturbavamo. Mi piaceva come si accarezzava, come si toccava il clito, come si infilava le dita nella fessura. Con l’altra mano
    
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    intanto aveva tirato fuori una tetta, col capezzolo duro e diritto come un chiodo; se l’accarezzava, si strizzava il capezzolo con due dita, tenendo gli occhi chiusi. «Apri un pochino di più le gambe» dicevo io. «Te la voglio leccare», lei resisteva, ma bastava che mi chinassi di più e facessi la mossa di mettere il capo tra le sue cosce, che lei le allargava e mi offriva la sua bella patata tutta aperta. Cominciavo a leccare l’interno delle cosce, gli inguini e via via la mia lingua si avvicinava alla sua odorosa conchiglia. La punta della mia lingua percorreva i contorni della sua vagina, leccava le grandi labbra, poi saliva verso il clito, che succhiavo con dolcezza, poi entrava dentro. Intanto avevo messo le mani sotto le sue chiappe in modo da sollevarla un po’. In questo modo ...
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