1. Margherita e la vacanza (da incubo) a Viareggio


    Data: 10/08/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Incesti Autore: Margherita1968, Fonte: RaccontiMilu

    ... ragazzino davanti a me ha preso a fissarmi con sguardo inequivocabile il mio piccolo seno. Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che, complice, il caldo e il sudore che mi sta bagnando la maglietta, i miei piccoli capezzoli spuntano dalla maglia bianca. Il ragazzino davanti a me sghignazza e dà di gomito al suo amico di fianco. Dopo pochi secondi ho gli sguardi di sette adolescenti o poco più che mi squadrano le tette e non solo. Ridacchiano e…
    
    Comprendo a quel punto con terrore che il viaggio a Viareggio sarà un calvario, non solo per via del caldo… Il viaggio verso Viareggio si rivelò un vero calvario, non solo per la mancanza di aria condizionata sul convoglio.
    
    Il ragazzino davanti a me si era accorto che non indossavo il reggiseno per via del sudore che mi bagnava la maglietta bianca ed evidenziava il contorno delle mie piccole areole mammarie. I sette ragazzini, quasi subito, in stile branco, iniziarono a ridacchiare e a darmi occhiate il cui significato era sin troppo chiaro. Nonostante il caldo soffocante e la tensione crescente cercai di cingermi il più possibile il seno con le braccia per nascondere la visione dei capezzoli, assumendo una posizione goffa. Per tutta risposta i ragazzini, fregandosene della presenza di altri passeggeri, risero più forti.
    
    Quello davanti a me disse forte: – Signora, non si sente bene, ha freddo. Vuole che la scaldiamo? risate… – No, sto benissimo, anzi mi viene in mente che mia figlia &egrave in un altro vagone e potrei ...
    ... raggiungerla. Scusatemi, vi faccio alzare.
    
    Come se non mi avessero sentito i ragazzini stettero tutti al loro posto e, quello davanti a me, all’apparenza il più giovane, con fare molto intraprendente, abbassò le mani e mi prese la caviglia destra alzandomi il piede all’altezza del suo inguine. Rimasi impietrita e senza parole, tanto più che lo sguardo degli altri era eloquente e sembrava dire: “Non ti conviene ribellarti”. Il ragazzino davanti a me sfilò presto la mia infradito bianca rimanendo così con il mio piede in mano. Senza fare passare neppure un secondo, il ragazzino fiondò la sua faccia tra l’alluce e il mio primo dito per poi sussurrare: – che puzza di piedi, puttana! Ero terrorizzata, nauseata e, paradossalmente, mi vergognavo pure per i miei piedi: avevo camminato a lungo in mattinata con le infradito e le piante erano sporche e sudate… Ma ancora una volta il flusso dei miei pensieri fu bruscamente interrotto dalla drammaticità dei fatti. Il ragazzino si era aperto la patta dei pantaloni e aveva tirato fuori il suo coso dai boxer, facendolo combaciare con la pianta sudata del mio piede misura 36. Il cazzo del mio dirimpettaio non era ancora duro, ma sentivo che partiva dal mio tallone e arrivava appena sotto l’attaccatura delle dita. Iniziò un’operazione di “sfregamento” ondulatoria, mentre il suo amico seduto accanto aveva tirato fuori una sacca che si era messo addosso per occultare alla vista degli altri passeggeri le angherie a cui ero sottoposta. Intanto sotto la ...