1. La vicina


    Data: 30/07/2019, Categorie: Etero Autore: Marco92, Fonte: EroticiRacconti

    ... spettacolo incredibile
    
    Aumentò ancora la velocità e divenne più rumorosa, la cosa mi eccitava tantissimo ma mi sentii in obbligo di dirle: “Di là dorme mio coinquilino, potrebbe sentirci”
    
    “Non me ne frega niente, voglio godere” rispose lei aumentando ancora il ritmo.
    
    Quella sua frase mi diede una scarica di eccitazione incredibile, ma riuscii a mantenere il controllo.
    
    Ormai si muoveva come una furia e gridava di piacere. Era impossibile che il mio coinquilino non sentisse, la cosa mi eccitava troppo, ma dovevo resistere, non volevo venire prima di lei.
    
    “Hai un cazzo meraviglioso, era tanto che non godevo così” ansimò lei andando ancora più veloce. Su quella frase quasi venni, ma tornai in me dopo un paio di respiri.
    
    “Come sei messa? Io ci sono quasi” dovetti ammettere.
    
    Non mi rispose, continuava ad agitarsi sopra di me e gridare di piacere.
    
    C’ero quasi, ma dovevo resistere, mi morsi le guance e chiusi un occhio. Il mio corpo era scosso da cariche di piacere, il mio cazzo si stava gonfiando all’inverosimile pronto ad esplodere.
    
    Rimbalzò ancora su e giù per qualche istante, poi urlò “VENGOOOOOOO”.
    
    Il mio addome fu investito da un getto caldo di squirt e la cosa mi fece perdere completamente il controllo.
    
    “ANCHE IOOO” gridai ed esplosi il mio carico dentro ...
    ... di lei. Era da un bel po’ che non sborravo così tanto.
    
    Si sfilò dal mio cazzo e si stese di fianco a me. Ansimavamo entrambi.
    
    “Scusami non ti ho avvisato, magari volevi venissi fuori” le dissi
    
    “Tranquillo, dopo una scopata così potevi venire dove volevi”, si mise prona e mi baciò appassionatamente in bocca. “Ora sono stanca però, dormiamo”
    
    Dopo un paio d’ore mi suonò la sveglia e maledissi il mondo ripensando a quella maledetta domenica che mi aspettava e che partiva già male con un treno alle otto di mattina. La vicina, di cui realizzai in quel momento non sapevo ancora il nome, dormiva abbracciata a me e non sembrò accorgersi della sveglia. Mi sfilai da lei, andai a fare la doccia e vestirmi.
    
    Dormiva ancora e le lasciai un bigliettino “Stai pure quanto vuoi, io avevo una rottura di coglioni per cui sono dovuto uscire presto, magari stasera ti racconto. Il mio numero di cell. è …”
    
    Poi aggiunsi “P.s. Mi chiamo Marco”
    
    La ammirai mentre dormiva nuda a panca in già e non riuscii a resistere: diedi un piccolo morso al suo culetto e poi uscii alla volta di quei bigotti amici di famiglia.
    
    Per fortuna forse la sera l’avrei rivista
    
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