1. Ricacciare l’angoscia


    Data: 18/07/2019, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... come se niente fosse senz’averne il tempo, però gli occhi hanno oltrepassato nuovamente il tuo volto sdoppiando nettamente l’azione, hai voluto i suoi occhi e l’hai baciata, l’hai stretta con vigore, dopo siete crollate sul letto lì alle tue spalle assaporando in ultimo la sua lingua sulla tua.
    
    Lei ti &egrave innegabilmente piaciuta, sennonché l’hai dolcemente travolta portandotela con te. Che cos’&egrave accaduto a quel vestito, a quello specchio e a quella luce calda a mezz’aria, con quella tua amica profumata d’arancia? Il bel vestito di seta rimane per terra, adesso &egrave semibuio e la scena passa, poiché &egrave uno di quei periodi così, perché &egrave isolata, inspiegabilmente in silenzio. Perché? Dimmi, non t’annoio? Passione? Impossibile, irreale? Esiste? E’ esistita? E’ sempre la medesima meraviglia, la stessa sensazione, i cassetti disfatti di svariate dimensioni da sistemare, sennonché ci vuole un po’ di tempo. Dopo segue la doccia in un lento consumarsi della mezza giornata libera per la cura di se stessi, dal momento che &egrave quello ci vuole. L’acqua, il vapore, il bagnoschiuma, il profumo, la pelle, la nudità, l’accappatoio in un’unica percezione dissolve scacciando l’avvilimento e la malinconia, l’umidità tra l’accappatoio bianco a nido d’ape, i capelli lunghi castani leggeri che con ampie carezze dal basso in alto a lungo asciughi. Adesso &egrave l’ora del reggiseno, lui s’aggiusta da sé, soltanto quello strano piegarsi e incontrarsi all’indietro ...
    ... degli avambracci, un gesto così poco naturale, ma così abituale da compiere ogni giorno al sorgere e al tramontare del seno e dei capezzoli. Un breve contatto ripetuto tante volte per stirare l’elastico e la pelle, poi un gesto da momenti particolari, non da tutti i giorni: il centro delle lunghe mani, del palmo destro a premere leggermente il capezzolo, prima l’uno poi l’altro, per rassicurare forse? E da che cosa?
    
    Adesso lo specchio taciturno attualmente domina governando indisturbato la scena, ovviamente non tu, un’altra ampia carezza ai capelli come per sgocciolarli di un’umidità ormai minima. La tutina, quella bianca di cotone bella fresca, che sta sempre sopra gli altri nel cassetto in primo piano in vista, ma che non sempre indossi, oggi però sì. Infine il reggiseno sparisce e con esso rimane soltanto il volume accentuato dai capezzoli comunque sporgenti nel punto giusto, per sintetizzare un corpo molto bello e in questo momento sotto le tue attenzioni che lo vestono. Rimane steso con le bretelle a posto per lasciare volutamente scoperte le spalle grandi, larghe e fresche, rimane slacciato, in quanto s’intravede il ventre roseo anch’esso con ordinati e con i peli arricciati per l’umido che profilano ciò che si nasconde: lì &egrave ancora libertà, nudità che si manifesta e che forse trionferà di sera nel buio. Ti muovi così per un po’, frattanto oscillano i lembi della tutina slacciata, di nuovo ampiezze di gesta sui capelli lunghi ormai asciutti, una percezione d’aria ...