1. Sognando la mistress.


    Data: 17/07/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: segati, Fonte: RaccontiMilu

    ... campagna. Un luogo a prova di occhi indiscreti…ma anche di orecchi. Nessuno avrebbe mai potuto sentire eventuali rumori strani…questa cosa mi inquietava…ma l’erezione che ormai imperversava non mi dava spazio di pensare. Davanti alla casa un grosso cancello, nessun campanello e nessuna targa con il nome. Scesi dalla macchina, mi guardai intorno, quindi aprii il cancello e poi ci passai con la macchina, avendo cura di richiuderlo dietro di me. Un altro centinaio di metri o più ed arrivai davanti alla casa. Un grosso spiazzo lontano da occhi indiscreti: alte siepi ed alberi rendevano impossibile vedere nulla. Anche se per caso uno si fosse trovato a passare al di fuori di quel cancello niente avrebbe potuto intuire. Parcheggiai l’auto al di sotto di una copertura metallica, a fianco di altre 2, nessun altra auto o mezzo erano in vista. Quindi eravamo davvero in 3. Spensi il cellulare, tolsi la batteria, e lo chiusi nel portaoggetti. Scesi quindi dalla macchina con cuore che andava all’impazzata….ricordo che tremavo, e camminavo con difficoltà. Presi dal baule la borsa con il cambio di abiti e la busta con il compenso pattuito. Non dovevo avere altro. Gli ordini erano chiari. Mi avviai quindi verso l’unica porta che vi era. Non era chiusa a chiave. Abbassai la grossa e rugginosa maniglia e varcai la soglia. Appena aperta mi accolse il classico odore di certe vecchie abitazioni…un odore misto di umido e di segreto….e penombra. Mi colpi questa cosa…dalla luce di fuori alla semi ...
    ... oscurità di questa casa. Mi chiusi la porta dietro. Senti scattare un meccanismo…la porta si era bloccata, non poteva più essere riaperta. Paura…ora non potevo più tornare indietro, comunque fosse andata. Aspettai che gli occhi si abituassero alla nuova situazione luminosa ed inizia a guardarmi attorno. Era una grande stanza . Oltre la porta d’ingresso da me appena varcata, una panca, un armadio, ed un altra porta che non ancora sapevo dove mi avrebbe condotto. Dal soffitto un vecchio lampadario di ferro battuto con una sola lampadina, appena sufficiente. Sulla panca trovai un foglio con delle istruzioni , diceva che mi sarei dovuto completamente spogliare, nudo, senza anelli o orologi, niente di niente. Dovevo riporre tutto nell’armadio insieme ai vestiti di ricambio che avevo portato con me ed il compenso …dall’armadio avrei dovuto anche prendere le uniche cose che avrei dovuto indossare durante la mia sessione di slave. Esegui gli ordini, sicuro che qualcuno in qualche modo mi stesse controllando. Magari una telecamera o un semplice buco nel muro…immaginavo qualcuno che stesse apprezzando il mio corpo fantasticando le sue mani, i suoi attrezzi, su di me… Inizia a spogliarmi ed a ripiegare accuratamente i miei vestiti. Ero ormai nudo, i miei piedi poggiavano sul pavimento, ero ormai un animale da controllare, educare, eventualmente punire. Nudo, indifeso, impossibilitato a scappare. Una incredibile erezione non mi dava tregua…pensavo che era impossibile arraparsi in una ...
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