1. La ragazza troppo bella - Parte 5


    Data: 16/07/2019, Categorie: Etero Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti

    Andammo a casa mia appena scese dal treno. Elena tremava tutta. Il suo trucco era un disastro per via delle lacrime. Di corsa e guardandoci sempre indietro, corremmo verso i tassi appena scese e gli chiedemmo di andar un pò più veloce. Nessuno ci seguiva, ma eravamo impaurite. Il terrore di Elena mi aveva guadagnata. Avevo associato la mafia russa a quella che conoscevo: la camorra. E giustamente, ero terrorizzata. Non immaginavo assolutamente che quegli uomini erano se si può dire ancor peggio di ciò che immaginavo...
    
    In silenzio, ci lavammo a turno, e poi, Elena si mise sul divano con una mia vestaglia trasparente. Portava anche le mie mutande che a loro volte erano trasparenti. Si vedeva perfettamente il suo pube delineato finemente, rigonfio, bello... Teneva il telecomando in mano e sembrava scocciata. "Vuoi mangiare?" le chiesi. "Non ho fame, grazie" mi rispose. Tuttavia tirai fuori dal frigo un insalata di pollo ed apparecchiai per due. Elena si alzò, prese il suo piatto dal tavolo, e tornò sul divano. "Non sporcare" le dissi. "Sporcaccione tu!" ribadisco per la prima volta sorridendo da quell'accaduto. La raggiunsi sul divano e mangiammo in silenzio guardando un vecchio film romantico in bianco e nero. Ci tenevamo la mano. Poi, dopo il film, Elena cominciò a parlare...
    
    "Mio padre mi violentava da quando avevo otto anni. A quattordici, mi vendette. Forse, ero diventata troppo grande per i suoi gusti..." Rimase in silenzio apparentemente concentrata. "Tua madre non ...
    ... faceva niente?" chiesi ricordando della mia esperienza casalinga. Dopo alcuni minuti, rispose. "Mia madre non contava per lui. Non aveva valore. Era solo utile per lui. Per tenere la casa in ordine, per cucinare, per rammendargli i calzini ed i pantaloni, per tutta una serie di cose che non voleva fare. Mia madre era una schiava. Pare che sia morto un anno dopo che sia andata via. Allora.... le mie sorelline gemelle avevano cinque anni...". Due lacrime le parlarono sulla guancia. Continuò a parlare. "Mio padre mi vendette a degli uomini crudeli. Come lui. Uomini che non esistevano per dare l'esempio ad uccidere crudelmente. Per loro, eravamo merce e basta. Ci usavano per tutto. Dalla semplice prostituzione al ricatto o al furto. Complicità a tutti i livelli. I loro clienti, che erano spesso i nostra gioia, erano tutti uomini importanti, facoltosi, erano persone al potere. Qualche volte, qualche ragazza è scappata ed ha denunciato in polizia. Furono non solo violentate da quasi tutti gli uomini della caserma, ma inoltre, gli si infilava in bocca un tubo mentre aera appesa per le mani e si apriva l'acqua finché non esplodeva gonfia di liquidi. E dovevamo assistere a queste punizioni... Ma il peggio non è quello.... Sono i clienti stesso. Tutto ciò che desideravano, eravamo costrette a farlo. Chi si rifiutava, veniva semplicemente torturata, umiliata, violentata dagli uomini piu in basso dell'organizzazione che non vedevano l'ora, c'era una vera e propria guerra psicologica per ...
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